Al museo della scienza i due regrediscono all’infanzia. In ogni angolo c’è un esperimento sotto forma di gioco e non se ne perdono uno. Dalla simulazione di un volo spaziale, ai fenomeni ottici, alla misurazione della propria forza. Non male quel tavolo nel quale i due si siedono uno di fronte all’altro e vedono riflesse in un vetro le loro immagini che si sovrappongono e si scambiano l’un l’altra. Perfetta metafora del vecchio che ringiovanisce e del giovane che invecchia o, se volete, del padre che diventa figlio e del figlio che diventa padre. L’edificio che ospita il museo è eccezionale, il museo non tanto anche se i bambini si divertono come matti. Anche l’anziano e il giovane si divertono come matti, soprattutto sul simulatore di volo spaziale. Partono, raggiungono una grande stazione spaziale e ritornano incolumi a terra. http://youtu.be/vQKX_WIvk9M
L’anziano tornato bambino e il bambino rimasto bambino si sono divertiti un mondo al bio parco di Valencia. Entusiasmante l’incontro con il lemure, una specie di gattone che tenta un approccio con i due e poi se ne va deluso dall’inconsistente spessore culturale riscontrato.
http://youtu.be/d4ypwWrZ_pg
Non è possibile che noi siamo da una settimana in Spagna e nessun di voi ci abbia consigliato un ristorantino bello ed economico dove andare a mangiare una paella. Suvvia!
Durante la ricerca del ristorante dove mangiare la paella valenciana i due, l’anziano e il giovane finiscono su un tram molto elegante che poi scoprono essere la metropolitana. Abituati a fare il biglietto a bordo, salgon al volo, ma il conduttore è chiuso ermeticamente nel suo abitacolo e dopo un po’ si trovano alla fermata Colon. Lì finisce la loro paura di essere beccati da qualche controlòr. Con disinvoltura e sicurezza i due s’avviano all’uscita dopo un paio di scale mobili. Sorpresa! Per uscire bisogna avere il biglietto. Un po’ depressi i due tornano indietro, riprendono la metro e scendono alla fermata dopo. Stessa scena pietosa. Come due topi in gabbia impazziti andiamo avanti indietro senza sapere cosa fare. I tornelli non sono come quelli classici che con un salto, hop, come con l’olio Cuore, può superare. Sono due alte sliding doors. Chiediamo vergognosi a due spagnoli: No tenemos tichetes. Que hacer? Rispondono: atràs. E pensano: i soliti italiani pirla. Ci mettiam dietro di loro e passiamo le maledette sliding doors. Rimane in noi la netta sensazione di avere fatto una indubitabile figura da cioccolatai.
L’anziano e il giovane decidono di rimanere ancora un giorno a Valencia. Debbono ancora vedere il mercato e il museo interattivo. E soprattutto vogliono finalmente mangiare una paella come dio comanda. Il giovane studia la guida e conduce l’anziano. Il Pepica, dice il giovane che l’ha letto sulla Lonely Planet, è un po’ costoso ma è rinomato per i suoi piatti di riso e per i mariscos che piacevano tanto ad Ernesto Hemingway. Ci sono un po’ di km da fare ma che cosa non farebbe l’anziano per sedersi allo stesso tavolo di Ernesto? Pepica? Chiuso. Anche se la guida diceva che avrebbe dovuto essere aperto. Allora il giovane dice di andare all’Utielana, grande rapporto qualità prezzo anche se un po’ difficile da trovare. Altri km da fare ma alla fine i due trovano Calle Procida. L’Utielana è lì davanti a loro. Chiuso. anche se la guida diceva che avrebbe dovuto essere aperto. L’anziano prende in mano la situazione anche perché ci tiene alla paella valenciana visto che finora ha mangiato quasi sempre da schifo. Sceglie il Palacio de la Bellota. Per un solo motivo: non ci ha mangiato Ernesto ma è lì vicino. Chiuso, anche se la guida diceva che avrebbe dovuto essere aperto. Disperati i due in cerca di paella valenciana finiscono in una trattoria italiana, Geppetto, adornata con tanti disegni di Pinocchio, dove offrono matriciana e cotoletta alla milanese. Però bevono sangria, una mano santa per la glicemia dell’anziano. Chi non vorrebbe un cenone di Natale con matriciana, cotoletta alla milanese e sangria?
Come due bambini l’anziano e il giovane son andati al bioparco, cioè al giardino zoologico. Solo che il bioparco non è un giardino zoologico. È un bioparco. Cioè. Gli animali non sono liberi. Ma sembrano liberi. E felici. Non c’è nessuna inferriata. Incontri un leone e sembra che non ci sia nessuna barriera fra te e lui. E lui ruggisce e sembra felice. Giri fra coccodrilli, elefanti, leopardi, rinoceronti come se fossi nel giardino di casa tua. Insomma, una bella esperienza. L’ incontro più simpatico è quello con i gorilla che sembrano felici di dare spettacolo giocando fra loro. Un cartello dice: non guardate negli occhi il gorilla, potrebbe viverla come un atto di aggressività. Ma come fare quando succede quello che è successo all’anziano? È stato il gorilla, quello con l’aspetto di vecchio saggio, a guardarlo fisso negli occhi, intensamente. L’anziano non l’ha vissuto come un atto di aggressività, anzi. Si sono guardati negli occhi per cinque lunghi minuti. Alla fine l’anziano ha avuto la netta impressione che il gorilla gli volesse chiedere, da coscritto a coscritto: “ma tu, quanti anni hai?”
http://youtu.be/xKJ83mGL0-A
L’acquario sorprende il giovane e l’anziano. La vasca-vetrina con le meduse sembra un’opera grafica modernissima. Le svolazzanti razze (forse erano mante), i piccoli tiburones che sembrano pescetti innocui. Gli orrendi pesci luna che sembrano cattivissimi. La scoperta del cannibalismo intra-uterino (i fetini degli squali si mangiano fra loro finchè non ne rimangono che due, ognuno in uno dei due uteri di mamma tiburona). Gli affascinanti delfini beluga (ma beluga non era un tipo di caviale?).
D’accordo, non ci vuole molto per soprendere l’anziano e il giovane.
http://youtu.be/5NgwvSwXbNo
Ormai l’anziano si è convinto che Belen lo segue dovunque. L’età gioca brutti scherzi.
http://youtu.be/s7KW0uQVUY4
L’acquario di valencia è molto bello. Il giovane e l’anziano godono dello spettacolo dei delfini che giocano con i loro amici uomini. E poi attraverso dei grandi tubi attraversano letteralmente l’acquario. Descrivere tutto ciò è inutile. Immaginatevi di fare il bagno insieme ai tiburones, che detto così sembra niente. Ma se appena andate a cercare sul vocabolario, scoprite che tiburon significa squalo la cosa cambia aspetto. Una giornata all’acquario fa tornare bambini, perché no?
http://youtu.be/qOIrmvGq2Ko
Valencia è una città straordinaria. Unisce tradizione e modernità e non sai che cosa è meglio. Una volta era attraversata da un fiume, il Turìa, poi un’inondazione. I valenciani non ci pensarono un attimo: costruirono un fiume alternativo e riempirono il letto del vecchio Turìa, che diventò un immenso giardino pubblico a forma di serpente. Ma poi decisero che una parte del vecchio letto poteva ospitare qualcosa di eccezionale e costruirono la città delle Arti e delle Scienze. Il vecchio e il giovane ci sono passati ieri sera e lo spettacolo era incredibile. Cinque edifici a metà strada tra testuggini e astronavi, illuminati con mille luci e apparentemente affogati in grandi laghi dove l’acqua non supera i cinque centimetri. I 5 edifici ospitano auditorium, giganteschi acquari, musei interattivi e luoghi di intrattenimento. Ve ne parleranno questa sera.