A sud di Siviglia i due del Campersauro vanno a vedere il parco naturale di Donana ma riescono a malapena a vedere l’orrida città inventata per i turisti di Matalascanas con una spiaggia, però, bellissima. Sulla via del ritorno si imbattono nel pueblo di El Rocio, un paese impossibile da descrivere. Immaginate di vedere vie sabbiose, cow boy a cavallo, saloon. Tutto questo in Europa. L’anziano si aggira incredulo chiedendo a tutti se è già arrivato Clint Eastwood. Dalle case escono miliardi di decibel. Cavalieri a cavallo procedono nelle vie polverose con indolenza. Poi legano il cavallo ad un palo ed entrano nel locale a bere una birra. Ci manca solo che qualcuno entri nel bar e spari al pianista. Nei negozi si vendono cinturoni, selle, briglie, stivali ed elegantissimi vestiti per le signore del flamenco. El Rocio non è un finto villaggio che serve da set per i western all’taliana. È un paese vero, con strade larghe non asfaltate, molti negozi, molte stalle, molte chiese, molte case quasi tutte disabitate, proprietà di novanta hermanandes, confraternite, che si riuniscono qui tutti i week end ma soprattutto nella settimana di Pentecoste.L’anziano sfida a duello il giovane in una strada dietro al cimitero.
Il Campersauro viene parcheggiato nel porticciolo Guelves, sulla riva destra del Guadalquivir. E i due partono alla conquista di una Siviglia vivacissima. Grandi passeggiate. Evitate con cura cattedrale e alcazar (già dato) ci si immerge nelle viuzze e nei ristorantini insieme a quattro Cirri. Alessandra, la moglie, fa da guida ma non ne becca una anche perché guarda la cartina senza occhiali. Massimo si aggira con fare distratto, da vero intellettuale di sinistra, e ogni tanto dice: bello questo angolo moresco. L’anziano fa finta di essere molto pensoso della situazione politica italiana e con questa scusa sta sempre attaccato all’Ipad, il giovane sembra preoccupato soprattutto dell’aspetto gastronomico. I due cirrini vengono sgridati ogni cinque minuti perché hanno portato l’Ipad ma non il carica Ipad. Il giorno da pecora e caterpillar passano due giorni camminando e decidendo le sorti politiche dell’Italia. Attorno a loro migliaia di esseri umani celebrano il venerdì riempiendo le stradine della capitale andalusa e rischiando di finire sotto le ruote dei tram o sotto gli zoccoli dei cavalli. Via della Costituzione è più affollata di corso Buenos Aires il giorno dei saldi. Sui marciapiedi decine di artisti di strada e di musicisti ammaliano l’anziano che starebbe ore a guardarli ed a sentirli. Siviglia rimane nel cuore.
Visti che non avete anca comprato iL mi libro, e dio Sa quanto stiate sbagliando, eccovi qualche link per vedere anticipazioni video.
http://www.youtube.com/watch?v=KzOz99BdQGE&feature=youtube_gdata_player
La giornata di ieri, caratterizzata dalla malattia sessuale del motore Ducato Fiat, si è conclusa in un campeggio a qualche chilometro da Còrdoba dove quello che non era vietato era obbligatorio. L’anziano e il giovane vengono più volte sgridati dal gestore ma alla fine riescono a svuotare le acque grigie del Campersauro e perfino ad attaccarsi alla rete elettrica del campeggio Alcatraz. Stanchi per la lunga giornata autostradale quando scoprono che per mangiare debbono prendere la bicicletta e fare ancora 5 km si ribellano e decidono di andarci con il loro autoarticolato. Vengon premiati da un’ottima coda di toro. Oggi puntano su Sevilla dove li aspetta uno splendido camping, secondo le guide. Ma le guide dicono aperto ed invece è chiuso. I due vanno nel secondo camping. Cerrado pure quello. Telefonano all’ufficio del turismo il quale dice: todos lo camping son cerrados. Panico. Trovano comunque un terzo camping. Telefonano prima. Es ouverto? Sì, rispondono. Si inoltrano nella campagna sevigliana. Dopo venti km la strada diventa tratturo, dopo altri cinque il tratturo diventa sentiero. Il Campersauro si ribella. Telefonano di nuovo: ma dove sta il vostro benedetto camping? Camping? Ma noi siamo una fabbrica di mobili. Ma allora perché ci avete detto che eravate aperti? Porqué effectivamente nos estamos oubiertos. Nuovo panico. Telefonano dovunque e alla fine trovano un porticciolo, puerto guelves, che ospita anche camper. Fanno la loro porca figura ormeggiati accanto a cutter e a velieri destinati alla navigazione sul Guadalquivir. Ma sono stremati. Incontrano la famiglia di Massimo Cirri stazionante a sevilla. Un sguardo amico può aiutare dopo una giornata di terrore.
Oggi grande tappa di trasferimento da Valencia in Andalucia. Dopo 15 km nel cruscotto si accende una spia a forma di motore. Panico. Cerchiamo nel manuale il significato. Il manuale dice che “si el testigo permanece encendido significa que el sistema inyección no funciona”, che tradotto sarebbe: quando la spia (testigo) rimane accesa (encendida), significa che il sistema di iniezione funziona male. Il manuale dice anche che si può proseguire senza esigere troppo dal motore. L’anziano e il giovane decidono di non esigere, di continuare, ma nel frattempo chiamano l’officina. Il giovane, per il quale l’anziano ha speso milioni in corsi di spagnolo, con disinvoltura dice: “el testiglo es enfuogado”. Dieci secondi di imbarazzato silenzio fanno capire al giovane di aver incontrato un meccanico molto educato, che risponde: “È in garanzia?”
L’anziano e il giovane lasciano Valencia senza aver mangiato la paella. Nient’altro da aggiungere vostro onore. Valencia è chiusa per feste. Siamo in bassissima stagione. Camping chiusi. Autobus soppressi. Ristoranti con la claire abbassata. Musei ad orario ridotto. Ma Valencia è bella bellissima, più di cura di vetralla. Più di Masetti. L’anziano e il giovane si sono fatti almeno 100 km in bicicletta. Sono rimasti intrappolati nella metro. Hanno parlato con un lemure. Son rimasti incantati come bambini davanti ai delfini. Si sono pure fatti 15 km in bici sotto la pioggia. Indimenticabile.
I due, uno di fronte all’altro, poggiano la fronte contro una barra con due sensori. Poi fissano una pallina cercando di svuotare il cervello. La pallina si muove nella direzione del più ansioso. Interessante esperimento. Se vuoi vincere ti piglia l’angoscia e la pallina ti punisce e viene verso di te. Per vincere non ti deve fregare niente di vincere. In sostanza se vuoi vincere non devi voler vincere. Se hai paura di perdere, perdi. Vince chi non vuole vincere. Un gran casino.
La mattina presto, Nei romantici vialetti dei campeggi, si aggirano distinti signori con cachemire 4 fili che sembra debbano imbarcarsi sul primo volo Milano-Roma, anche perchè trascinano con gran disinvoltura eleganti trolley. Quando si incrociano si scambiano delle occhiate a volte invidiose a volte orgogliose, a seconda della modernità del proprio trolley. I signori si dirigono inesorabilmente verso i servizi dove, dentro una vasca, svuotano con gesti misurati e compunti il contenuto dei loro trolley. Il contenuto del trolley è inevitabilmente merda. Lo si riconosce al primo sguardo. Quando la McRent, società che ha affittato il camper all’anziano e al giovane, ha spiegato loro il funzionamento dei servizi igienici, ha detto: inserite nell’apposito trolley questa magica polverina blu, vedrete che le vostre deiezioni non avranno alcun odore e diventeranno blu cobalto a loro volta. Ora, sia l’anziano che il giovane hanno ormai una certa esperienza e assicurano che il contenuto del trolley è indubitabilmente color cacca. Per quanto riguarda l’odore, effettivamente la polverina produce il suo effetto anestetico. Ma quando l’anziano ha vuotato il trolley ha riconosciuto la paternità delle sue deiezioni. Questo tanto per essere precisi.per quanto riguarda le acque grigie, se ne riparlerà la prossima volta.
Alla fine della visita al bio parco c’era anche uno spettacolino offerto da alcuni ospiti della struttura. Gru e porcospini, avvoltoi ed aquile, maialini selvatici e marabù si sono esibiti eseguendo alla perfezione un programma in cui spiegavano di fatto la loro vita e come si difendono dai pericoli. Addomesticare un marabù? Diciamo addestrarlo. Vincino, il disegnatore, ha scritto all’ anziano una piccola mail. Per contestargli che i delfini si divertano a giocare con gli umani. Chiedilo al delfino, ha scritto. Che Vincino se ne faccia una ragione. I delfini si divertono. Nessun delfino farebbe le cose che gli ho visto fare se non si divertisse. Come i cani. Vanno a riprendere la palla e te la riportano perché si divertono a farlo. Così per i marabù. Mi piace pensare che ad una certa ora del giorno si dicano: “andiamo, andiamo a giocare con gli uomini”. Piaccia o non piaccia a Vincino.
http://youtu.be/V-0vnurFqMs
Al museo delle scienze si può anche verificare quanto di canguro c’è in ognuno di noi. Il vecchio scopre con un salto miserrimo di essere uno dei peggiori canguri del mondo.