da Luciana Franchini
Sono d’accordo, necessita di una svecchiata, ma non cambiare il logo del bimbino che fa la pipì.
Molti si sono chiesti, tempo fa, come mai il nostro blog sia andato progressivamente affiefolendosi. Alcuni dissero che era per il mio disinteresse, essendo io impegnato in altri progetti. E un po’ di verità c’era. Altri pensarono che era finita l’era del blog ucciso da facebook. E un po’ di verità c’era. Sicuramente facebook, e quella cosa orrenda di Twitter, ha canalizzato molte energie e curiosità distogliendole dai blog. Una cosa era certa. Il blog si andava spegnendo piu per il disinteresse dei blogghisti che per quello mio. L’infatuazione facebook aveva preso più i blogghisti che me. Ora, a mio giudizio, facebook ha rotto. E non parliamo di twitter. Entrambi, soffocati dal narcisismo, dalla volgarità e dalla superficialità, segnano il passo. E allora mi chiedo: vogliamo riprovarci? Basta che mi mandiate una mail con su scritto: si, vogliamo riprovarci. E in questo caso mi indichiate se preferite il vecchio sistema delle mail che io e Melba, con pazienza certosina e con frenetico copia e incolla, postavamo sul blog oppure quello recente dei commenti, in cui fate tutto da soli. Insomma, rifondiamo il blog?
Siamo tornati a Sallent, casa di origine del Campersauro. Lui tira un sospiro di sollievo. È stato guidato dall’anziano per 2800 km. Senza incidenti. Lo lasciamo solo. L’anziano lo guarda l’ultima volta con affetto. Passa un’ora e già gli manca. Il giovane dice: mai più. La vita del camperista non fa per lui. Un’altra immagine si porta appresso l’anziano. Trudi. La tedesca-padovana che rimasta vedova del marito gira l’europa su un camperino. L’ultimo giorno i due le regalano tutto quello che rimane sul Campersauro. Una bottiglia di olio, un pacchetto di zucchero, un pacchetto di sale. Trudi all’inizio rifiuta educatamente. Poi accetta in cambio dell’impegno dell’Anziano di andare a cena da lei ad Arquà. I due le portano ancora uno spremiagrumi, molte arance, yoguth, contenitori di plastica. E gli inviti a cena diventano due. Ultime profonde considerazioni. L’anziano è molto contento di aver vissuto quindici giorni in luoghi dove per andare a fare la pipì bisogna seguire le indicazioni “caballeros”. L’anziano e il giovane si chiedono ancora perché si imbattevano sempre in campeggi chiusi da tre anni. Che epidemia di camper c’è stata te anni fa?
Per il giovane e l’anziano guidare un camper di sette metri non significa solo fare difficili manovre o sigillare gli armadietti prima di partire, ma anche e soprattutto rappresentare uno stile di vita, veicolare una moda, farsi garanti di un nuovo modo di essere trendy. Ed ecco dunque la collezione primavera-estate 2013, un servizio già richiesto dalle più esclusive testate internazionali di moda (Vogue Camper, Camper Bazar, Vanity Camper, D di Camper). Gli shooting, realizzati rigorosamente in autoscatto e su set raggiunti in camper, mostrano capi, tra il funzionale e l’ammiccante, indossati per due lunghe settimane all’interno del Campersauro.
L’idea del giovane e dell’anziano era di passare il primo dell’anno crogiolandosi al sole tra le fantastiche rocce e i tornillos di El Torcado, ma la mattina quando si sono svegliati, dopo che il giovane aveva aperto le finestre del camper, l’anziano gli ha detto: apri le finestre del camper! Il giovane gli ha risposto: ho gia’ aperto le finestre del camper! L’anziano: e allora perche’ non si vede una mazza? Il giovane: sara’ perche’ c’e’ un nebbione che alla val padana gli fa un baffo? Insomma, in cima alla montagna non si vedeva una roccia. E allora via verso la prima autostrada in direzione Barcellona.
http://youtu.be/B_lVmNBDCJU
Si chiama El Torcal. E’ una montagna di 1336 metri sul livello del mare. Ma una volta era il fondale del mare. 150 milioni di anni fa. Sapete cosa succedeva no? Scheletri di animali marini, residui vegetali e tante altre cose (lattine no, sacchetti di plastica no, non c’erano ancora) si depositavano e creavano strati che si sovrapponevano uno all’altro, divenendo pietra calcarea. Poi dopo un po’ di milioni di anni la terra si sollevò, emerse dal mare, divenne una montagna che il vento e le acque piovane cominciarono a disegnare con l’erosione. Oggi questo panettone di 13 km quadrati è una specie di foresta di pietra dove i moltissimi tornillos, specie di altissimi funghi, hanno dato vita ad uno spettacolo spettrale, una foresta di pietra percorsa da fenomeni carsici. Una superficie di un altro mondo, tutta roccia e cielo. Nemmeno una luce. Nebbia di notte. Il buio che più buio non si può. Ogni tanto un rumore. Niente paura. L’anziano e il giovane hanno già incontrato delle specie di stambecchi che probabilmente sono dei caproni. Ecco in questa affascinante e desolata plaga dell’Andalusia, unici abitanti insieme ai caproni, i due hanno festeggiato la fine del 2012. Chiusi nel loro Campersauro hanno cucinato una pentola di purè precotto, come dessert hanno mangiato due mandarini ciascuno e mezza pera, hanno brindato con acqua minerale (gasata!), e alle dieci di sera, sincronizzati con la fine dell’anno di un altro fuso orario, hanno mangiato i tradizionali dodici chicchi di uva, come i veri spagnoli. Capodanno irripetibile, senza nemmeno un botto, senza nemmeno un urlo, senza nemmeno un sospiro. Che meraviglia.
Giornata sulla via del ritorno, direzione nord. Ma il giovane e l’anziano si concedono una deviazione alla gola del Chorro, lunga 4 km, alta 400 metri e larga in alcun punti solo 10 metri. El Chorro è una località di vacanze, una zona adorata dagli alpinisti, ma anche dai semplici escursionisti. Ci passa una incredibile ferrovia in molti tratti sospesa su ponti da far paura ed è chiusa da una diga che procura l’energia per Malaga grazie ad un grandissimo lago artificiale. L’anziano e il giovane si ciucciano un piatto di ceci cucinato dal giovane. Il Campersauro si muove con disinvoltura tra le tortuose e strette strade di montagna.
In cima ad un altissimo montarozzo, ottocento metri di altezza sul livello del mare, i due scoprono Ronda, la mitica cittadina divisa in due da El Tajo e unita dal famoso Ponte Nuevo, tanto cara ad Ernesto e ad Orson. C’è una fantastica Plaza de Toros, la più vecchia di Spagna, dove cominciò a torear Ordonez, ci sono tanti bar da tapas, tanti alberghi eleganti, tanti belvedere su burroni di 200 metri. Una città che gli intellettuali adorano e quelli che soffrono di vertigini odiano.
Dopo aver visitato El Rocio di notte, l’anziano ed il giovane visitano El Rocio di giorno. E scoprono l’Iglesia de la Virgin del Rocio, lo stagno, la piazza piena e i negozietti che vendono cuoio, i pony per far giocare i bambini, i cavalli, le carrozze. Il giovane entra nella Chiesa e fotografa un immenso altare splendente d’oro. L’anziano si mette a parlare con un pony. E Rocio li ha stregati.
Le vacanze in camper sono l’ideale per imparare le lingue straniere. Poichè l’anziano ama bere succo di arancia al mattino, il giovane ne approfitta per interrogarlo a bruciapelo. Ecco la prima lezione.