SIGNORI E SIGNORE, QUESTA E’ UNA SPIAGGIA BALTICA
V1: 30 MILA ESEMPLARI COSTRUITI
Peenemunde. Nome affascinante. Romantico. Quasi più bello di Pocahontas. Eppure è il luogo dove vennero ideate e sperimentate le V1 e le V2 che furono il terrore degli abitanti di Londra e di molte altre città europee. E’ anche stato il luogo in cui Wernher von Braun espresse il meglio di sé con i suoi studi che furono poi alla base dell’industria e del programma spaziale americano una volta finita la guerra ed emigrato il barone negli Stati Uniti. Entrare nel museo e nella zona di Peenemunde quindi è come entrare nella storia. E fa un po’ paura. Qui lavorarono 5 mila persone, ingegneri, tecnici, operai, schiavi, prigionieri. Di tutte le nazionalità. Anche mille italiani, lavoratori “ospiti”. Si distinsero per uno sciopero che finì in un pestaggio. Il problema che i curatori del museo di Peenemunde hanno cercato di focalizzare è: a Peenemunde si lavorava alla studio e alla produzione di razzi. Gli ingegneri sapevano che sarebbero serviti a seminare morti oppure pensavano veramente di stare lavorando per la conquista dello spazio? Forse fino ad un certo punto. Ma poi arrivò la guerra e ogni dubbio svanì. Il museo di Peenemunde è fantastico. Chi vuole sapere di storia, di tecnica, di ingegneria, di aeronautica, di ricerche spaziali, di politica può passarci due giorni interi. Ma anche mezza giornata basta per riempirti di domande, di dubbi, di meditazioni. Un casino di domande e di contraddizioni. I tedeschi hanno costruito 30 mila V1. Diecimila di loro hanno colpito Londra. Hanno ucciso 6.184 inglesi. Perdonatemi il pensiero elementare: le armi servono per uccidere. Obiezione: non per uccidere civili. Controbiezione: e Hiroshima? Finché ci saranno uomini che costruiranno armi, ci saranno uomini che le useranno. Su questo, spero, nessuna obiezione. Non bisogna costruire armi. Non bisogna costruire mine, come hanno fatto gli italiani per tanto tempo, perché poi ci sono stati uomini che le hanno usate. E ci sono uomini che ancora oggi ne rimangono vittima. Nuova obiezione: le armi nucleari ci sono e nessuno le usa. Nuova controbiezione: se non ci fossero nessuno potrebbe usarle. Nuova controcontrobiezione: se non ci fossero le guerre sarebbero più frequenti. Una cosa mi ha veramente colpito visitando Peenemunde: la capacità organizzativa e tecnica dei tedeschi.
V1: LA CREATURA DI VON BRAUN
SUI V2 CHE PORTAVANO LA MORTE A LONDRA, UNA DONNINA NUDA ARRIVATA SULLA LUNA
FORSE COL PAVIMENTO SAREBBE MEGLIO
“PER FORTUNA HO USATO PROTEZIONE 50”
I COMUNISTI ESISTONO ANCORA
E’ piovuto tutta la notte. E per non fare torto a nessuno, è piovuto anche tutta la mattina. Ci siamo svegliati in un campeggio in riva alla spiaggia frequentato da pazzi che con la muta si buttavano in mare. Probabilmente appassionati di wind surf (ma non ho visto vele). Forse specialisti di immersioni (ma non ho visto bombole). Magari erano solo pazzi. Decidiamo di cambiare programma (la nostra specialità), di tornare indietro perché tanto fra nuvole e nebbie e piogge il paesaggio è tristissimo e noi non possiamo nemmeno fare le nostre chilometriche passeggiate sulle spiagge. Puntiamo su Peenemunde e sul suo museo che ci parlerà di V1, V2 e di von Braun. Ma per la strada ci imbattiamo in un museo sugli Oceani, o meglio sul Mar Baltico. Ci fermiamo ed impariamo un sacco di cose su maree, sul mar Baltico che è poco salato (ecco perché Billie beve tanto quando fa il bagno, sull’origine delle scogliere di gesso, sui gas idrati, la nuova frontiera energetica che staziona, finora, nel sottosuolo marino. La pioggia ha ristretto ancora di più il minicamper. Mi sto appassionando alla comunicazione stradale. Dopo l’attraversamento di foche ho scoperto il cartello: “Questo non è il posto giusto per morire”: Ne ho visti finora un paio. Probabilmente, nelle intenzioni degli ideatori, vuole essere un invito ad andare più piano in un tratto di strada particolarmente pericoloso. Ma l’effetto finale è piuttosto del tipo: “Se proprio volete mettere a repentaglio la vostra vita, non vi dispiacerebbe andare a tirare le cuio da un’altra parte?” Altro cartello, lungo un sentiero, col disegno di un paio di serpi e la scritta: “Qui viviamo noi serpenti, Per favore tenete al guinzaglio i vostri cani”. E per finire, cartello sulla porta di un negozio: “Cari cani, in questi locali vivono due gatti. Noi vi abbiamo avvertito”.
…E INVECE E’ L’ENNESIMA SCOGLIERA DI GESSO
Scogliere di gesso le avevo viste qualche giorno fa in Danimarca. E adesso del tutto identiche me le ritrovo in Germania, nell’isola di Rugen. Sapete come sono fatte le scogliere di gesso. Fino al giorno prima sembrano andare d’amore e d’accordo e poi si lasciano. Rimangono amiche, il loro resta un ottimo rapporto. Ma ognuno a casa sua. Questo sembra sia successo 60 milioni di anni or sono. Non può essere andata che così. Tra le due scogliere di gesso adesso c’è un casino di miglia di mare. Ma sia per la danimarca che per la Germania rimangono una grande attrattiva turistica. E Billie ci si diverte tantissimo. Ed Annette, nella spiaggia sassosa, cerca l’ambra convinta che prima o poi qualche pezzetto lo trova. Oggi abbiamo ripreso la nostra transumanza verso il nord. A destra il mare e a sinistra i bodden, le grandi lagune. Per due giorni ci eravamo fermati a Klein Zicker e avevamo abitato in una villetta attaccata al piccolo porto dei pescatori. Credetemi, dopo un po’ di minicamper c’è bisogno di una piccola tricamere. Anche fosse solo per stendere le gambe. Anche Billie, che solitamente dorme in un piccolo pertugio, ha apprezzato.
SENSAZIONALE: OGGI A BINZ HO VISTO UN MURALE GIGANTESCO SULLA PARETE DI UN PALAZZO RAFFIGURANTE UNA GRANDE GONDOLA, UNA GONDOLONA. PROPRIO QUELLO CHE UNO SI ASPETTA DI TROVARE NELL’ELEGANTE CENTRO BALNEARE DELL’ISOLA DI RUGEN. L’INCREDIBILE E’ CHE VOLEVA ESSERE LA PUBBLICITA’ DI UN RISTORANTE TURCO.
ANNETTE E BILLIE IN UN ATTIMO DI RIPOSO DOPO LO STRUSCIO