Volete dire la vostra su Un Giorno da Pecora? Volete dire che il Simpatico è insopportabile e che l’Anziano fa schifo? Volete dire che Un Giorno da pecora è la trasmissione radio più bella d’Italia? Adesso potete. Partecipate al sondaggio del secolo. Basta cliccare qui. http://goo.gl/forms/u4Xuh7SvoR
Un consiglio di Guglielmo Venturi
http://www.youtube.com/watch?v=GE7GbIGf7as
Ieri ad un giorno da pecora abbiamo avuto Erri De Luca. Quando è finita la puntata si è sottoposto alle domande cantate del Complessino e alla fine ha detto a Machella e Rachella: “Mi ci voleva questa decompressione”. Insomma Erri, capo del servizio d’ordine di Lotta Continua quando Lotta Continua era cattiva, ha un po’ sofferto le domande dell’Anziano e del Simpatico. E pensare che io ricordavo quando lo avevo intervistato per il settimanale del Corriere della sera (Sette? Il Magazine?) e mi aveva detto delle cose forti, anzi fortissime. Era estate ed io ero andato mi sembra a San Vigilio di Marebbe. Lì, in un baretto, ma aveva stordito con dichiarazioni che allora fecero anche un po’ di scalpore. Mi sono andato a rileggere l’intervista. Era bella, anzi bellissima. Scusate la totale mancanza di modestia. Ero proprio bravo a fare le interviste. Disse Erri: «Tutta la nostra attività era una attività armata». “Noi avevamo le pistole: facevano parte della necessità della presenza in piazza contro i fascisti e nei cortei”. “Il servizio d’ordine di Lotta Continua era completamente dentro all’illegalità”. “Lotta Continua era tutta illegale, l’illegalità era la pratica diffusa». «Eravamo una bella fabbrica di bottiglie molotov in piena produzione». “Molte persone sono in prigione o in esilio a scontare anche per me. E finché per qualcuno c’è uno strascico penale io non sono in pace con quel passato».”Quando saremo tutti liberi potremmo sapere la verità su Calabresi».
Nello studio U2 di via Asiago abbiamo cercato di riprendere il filo del discorso. Ce lo dice adesso che tutto è finito chi ha ucciso il commissario Calabresi? No, non ce l’ha detto. Ho provato anche a dire la solita banale cazzata: si nasce incendiari e si muore pompieri. Me la potevo anche risparmiare. La verità è che Erri non è cambiato per nulla ma credo che rivendichi il diritto all’oblio di una parte della sua vita. Ce lo ha detto: è una intervista o un interrogatorio? Né l’uno né l’altro. E’ un errore.
da Claudio Mantovani
Pensi, caro anziano, che avevo persino avuto il dubbio che capisse qualcosa di queste cose e me ne dolgo. Una patrimoniale da 400 mld comporterebbe un crollo delle borse e del mercato obbligazionario e del mercato immobiliare. La necessità di liberare cifre di questo genere comporterebbe una massa di vendite su ogni mercato tale da sconquassare quel poco che rimane. Che lo dica Barca ci sta ma Lei che mi era sembrato una persona seria…
da Sandra Bardin
L’Unione Nazionale Industria Conciaria (Unic.it) protesta per l’uso ingannevole del termine “ecopelle” applicato ad altri materiali, come la plastica della finta pelle. Per legge, il prefisso “eco” si applica solo a materiali naturali trattati con criteri che riducono l’impatto ambientale della lavorazione. Giusto, capperi! Tuteliamo le denominazioni certificate! E il consumatore! E’ vergognoso che un divanaccio cheap in sedicente ecopelle ne approfitti per guadagnarci su. Ma mi chiedo: basta diminuire i liquami della conceria per fregiarsi di un titolo di merito? “Ecologico” non dovrebbe essere qualcosa che la natura la rispetta al massimo? L’inquinamento, poco o tanto, non dovrebbe essere illegale? Alla mia anima semplice, il suffisso “eco” evoca oggetti fatti di materiali riciclati anziché pelle – che so: sandali da vecchi copertoni, sedie da giardino in fibre ricavate dai tappi di plastica, etc. Qualcosa che recupera, sfrutta il minimo, potendo non uccide e comunque non offende la natura. Secondo me dovremmo usare il suffisso eco con molta, molta cautela. E concederlo quando davvero meritato.
Ogni tanto, dopo giorni, settimane, mesi di silenzio, mi viene voglia di riprendere la mia relazione con voi amici del mio blog. “Chi non ha un blog oggigiorno?”. In realtà oggigiorno un blog non ce l’ha più nessuno, tutti hanno un profilo facebook, purtroppo, e facebook sta al blog come una scritta nei cessi sta ad un romanzo. E così riprendo a scrivere anche se so che siete tutti a perdere tempo e a vergare puttanatelle su facebook o pensierini stupidini su twitter. Insomma stasera ho voglia di scrivere anche perché sto sulla Laurana una nave scassatissima che da Salina mi porta a Napoli. Quando si va da Napoli a Salina cerco di svegliarmi sempre verso le cinque per vedere la sciara di fuoco di Stromboli. Mi sveglio alle cinque ed è sempre o troppo presto o troppo tardi. Meglio quando si va da Salina a Napoli. Mangio e poi esco e dal bordo di sinistra (Tribordo? Babordo?) vedo la sciara. Tutte le volte che vedo la sciara mi chiedo: perché per vedere un brutto film si pagano dieci euro e per vedere la sciara di fuoco di Stromboli basta andare a tribordo? Ecco, stasera vorrei chiuderla qui.
E’ IL PREMIO CHE DANNO, A TRIESTE, ALLE MIGLIORI TRASMISSIONI RADIOFONICHE. ALCUNI PREMI LI DA’ UNA GIURIA (e quello lo abbiamo vinto nella categoria infotainment) altri li danno gli ascoltatori mandando una mail. Poiché so che morite dalla voglia di votare “Un giorno da pecora”, ecco qui il link:
http://www.cuffiedoro.it/interna_voto_category.php?id=22 e votate “Un Giorno da Pecora”
Dovete inserire il vostro indirizzo di posta elettronica dove poi vi arriverà una mail con un link su cui cliccare per confermare il voto
Claudio Sabelli Fioretti
Disse, fra le altre cose, quando gli feci il gioco della torre:
Chi butta giù? Casini o Pera? «Come faccio a buttare Casini?». Quando i giudici erano in camera di consiglio fece quella dichiarazione a suo favore… «Casini mi conosce bene è si è ricordato di me. Un vero amico». Era il presidente della Camera. «Ha fatto una cosa che poteva solo danneggiarlo. Si è comportato da uomo e io l’ho gradito molto». Non le è parso inopportuno? «A maggior ragione apprezzo il suo coraggio».
Stavolta non risultano dichiarazioni di Casini.
SE VUOI LEGGERE L’INTERVISTA…
E’ in libreria un libro Chiarelettere. Il titolo è “La zona grigia”. Il sottotitolo è: “Intellettuali, professori, giornalisti, avvocati, magistrati, operai. Una certa Italia idealista e rivoluzionaria”. L’autore è Massimiliano Griner. Il quale cita, mi sembra a pagina 48, una mia intervista ad Erri De Luca. Cita questo brano:
Giravate armati? «Tutta la nostra attività era una attività armata». Tipo pistole? «Noi le avevamo sì: facevano parte della necessità della presenza in piazza contro i fascisti e nei cortei. Dopo il ’75 è diventata pratica comune».
Continuava così
Tutti armati?
«No, quelli autorizzati, solo quelli autorizzati».
Perché molti di Lotta Continua raccontano il loro passato cancellando tutto questo?
«Si dissociano, dalla loro storia, dall’evidenza. E io li perseguito ricordandogli i dettagli».
Che cosa succede quando li perseguiti ricordandogli i dettagli?
«Gli guasto qualche momento di digestione. Poi gli passa, gli passa».
Hai fatto qualcosa che se ti avessero beccato ti avrebbe portato in galera?
«Come tutti».
Non sto parlando di molotov.
«Come tutti, come tutti. Abbiamo condiviso il peggio di quel tempo. Le azioni di quell’epoca erano a nome e a titolo collettivo. Non è che ci fossero militanti innocenti ed esecutori colpevoli. Non c’erano dirigenti ignari e dirigenti mandanti. Per questo ho scritto che molte persone sono in prigione o in esilio a scontare anche per me. E finché per qualcuno c’è uno strascico penale io non sono in pace con quel passato».
Un colpo di spugna su cose così pesanti? Ci sono stati dei morti.
«Da tutte le parti ci sono stati dei morti».
Ma alcuni non volevano combattere: se ne stavano pacifici a vivere la loro vita.
«Anche le vittime delle stragi se ne stavano pacifici a vivere la loro vita. E quelli che li hanno ammazzati sono tranquilli al posto loro. Da una parte impunità e dall’altra punizioni?».
E poi:
Tu diventasti capo del servizio d’ordine di Lotta Continua di Roma, un servizio ai limiti della legalità.
«No, no. Un servizio completamente dentro all’illegalità. Lotta Continua era tutta illegale, l’illegalità era la pratica diffusa».
Spiegati meglio.
«Proteggere dei latitanti era illegale, scontrarsi con le forze dell’ordine era illegale, fabbricare delle bottiglie incendiarie era illegale».
Quante molotov hai fatto?
«Eravamo una bella fabbrica in piena produzione».
Con la connivenza dei benzinai?
«I benzinai erano tutti amici nostri. E noi eravamo dei clienti robusti».
Insomma, andatevela a leggere. Brividi. QUI
Mi disse: “Capita di trovarti in situazioni in cui non hai fatto niente e devi pagare lo stesso. In inchieste come Mani Pulite c’è sempre il rischio che un innocente rimanga coinvolto. Ho accettato la mia sorte perché l’inchiesta arrivasse in fondo. Sostengo lo Stato di diritto anche quando lo Stato di diritto sbaglia”. LEGGI