CONFESSIONI PASQUALI
Che cosa avete fatto a Pasqua? Io ho tagliato moltissima legna. Ho giocato moltissimo a burraco. Non ho lavorato per niente. Ho dormito tanto. Ho bruciato moltissime sterpaglie. Ho mangiato moltissimo. La glicemia ha avuto il suo gran da fare. E adesso mi accingo a partire per Salina. Insomma una bella Pasqua. Voi che cosa avete fatto?
LA CONSEGNA DELLA POSTA NON E’ UN DIRITTO, E’ UN OPTIONAL
Le poste, secondo l’Unione Europea, dovrebbero consegnare lettere e cartoline cinque giorni alla settimana. Ma Poste Italiane, nei casi di luoghi disagiati, isole, valli, luoghi semideserti, vogliono continuare a consegnarla due volte alla settimana. Io rimpiango i tempi in cui a capo delle poste c’era Corrado Passera. A quei tempi la posta non solo veniva consegnata tutti i giorni ma, incredibile, veniva consegnata il giorno dopo la spedizione. Ma oggi sono i tempi di Francesco Caio e bisogna risparmiare, risparmiare, risparmiare. Non si capisce perché visto che Poste Italiane risultano in attivo di 212 milioni nel 2014. Comunque per risultare in attivo ancora di più e immagino, anche per poter licenziare un po’ di dipendenti, Poste Italiane chiederà una deroga all’Unione Europea per potere continuare a distribuire la posta nei luoghi disagiati un giorno si e un giorno no. Non vorrei aprire il dibattito sul tema: un posto è disagiato perché non consegnano la posta oppure non consegnano la posta perché il posto è disagiato? Per ora vorrei limitarmi a dare una notizia a Francesco Caio. Io abito a Lavarone, sull’altopiano. Non è un luogo disagiato perché c’è anche un funzionantissimo ufficio postale. Ma la frazione Masetti (e immagino anche altre frazioni: Lavarone è un paese inesistente composto di 23 frazioni esistenti) è considerata disagiata da Poste Italiane. Ma non disagiata poco. Disagiata molto. La posta viene consegnata, quando va bene, una volta alla settimana. E’ bello essere considerati talmente disagiati da essere quasi dei privilegiati. Eh sì. Perché gran parte dell’utile di Poste Italiane siamo noi masettari a renderlo possibile. E questo ci rende molto orgogliosi.
Silvia Palombi
L’articolo di Maurizio Caverzan sul Giornale di Sallusti su Gruber, Sabelli Fioretti, Origgi, politicamente corretto, ecc., sarà stato corretto e non dubito, ma questa dei titoli forzati è un vizio del Giornale che, va detto, non compro. Mi piacerebbe sapere cosa pensi/pensate dello ‘Schettinen’ a mio modo di vedere indegno, concettualmente sbagliato (Schettino se l’è data a gambe per salvarsi la vita), irrispettoso per le vittime dell’airbus e della Concordia eccetera. Il titolo di prima lo decide il direttore, Sallusti ai tempi del Corsera era un bravo giornalista… ma qualche redattore si sarà sentito imbarazzato, non d’accordo, non rappresentato da quella prima pagina?
GLI INCREDIBILI LETTORI DEL GIORNALE DI SALLUSTI
L’altro giorno, come vi ho già raccontato, sono stato invitato da Lilli Gruber ad Otto e mezzo. C’era anche, oltre ad uno Sgarbi straordinariamente sereno e simpatico, Gloria Origgi, filosofa di Milano che vive ed insegna a Parigi. Ad un certo punto, su sollecitazione di Lilli, io ho detto che il politicamente corretto non mi piace, che secondo me chi chiama “negro” uno che tratta bene si comporta meglio di uno che lo chiama “nero” ma lo tratta male. E’ una opinione. Gloria Origgi ne ha un’altra e ha detto che il mio è un ragionamento da cattolico, anzi che io sembravo uno di Comunione e Liberazione. Allora io, alzando la voce e con la inflessione esagerata tipica delle risse televisive ho detto: “Lei cattolico a me non me lo dice!”. Fine del dibattito e del teatrino. Maurizio Caverzan ci ha scritto un pezzo sul Giornale intitolato “Dalla Gruber “cattolico” diventa un insulto”. L’articolo di Caverzan è corretto. Il titolo un po’ forzato. Ma tutto bene nel complesso. Quello che invece è straordinario è il numero (e la qualità) dei commenti sulla versione online del quotidiano. Cinquanta (cinquanta!) persone hanno scritto sputando fiele su Lilli Gruber con motivazioni incredibilmente stupide. Andatevele a leggere (http://www.ilgiornale.it/news/politica/gruber-cattolico-diventa-insulto-1110798.html). Ne vale veramente la pena. A me il Giornale (idee politiche a parte) non dispiace. Lo leggo tutti i giorni. E’ ben fatto e completo. Ma se fossi Sallusti sarei disperato pensando al livello culturale e cerebrale dei lettori ai quali si rivolge. Alessandro, ma te ne eri accorto?
Giornale, negro, nero, origgi, politicamente corretto, Sallusti, sgarbi
FERRARI: DILEMMA, TREMENDO DILEMMA
La Ferrari è tornata a vincere dopo tantissimi anni non appena Montezemolo è stato mandato via e non appena della Ferrari ha cominciato ad occuparsi Marchionne. Non so se essere più felice perché la Ferrari è tornata a vincere non appena Mantezemolo è stato mandato via oppure essere più infelice perché la Ferrari è tornata a vincere non appena ha cominciato ad occuparsene Marchionne.
Ferrari, Marchionne, Montezemolo
ROBECCHI, CUORE, CHE NOSTALGIA
In quell’immenso archivio che è Internet ho scovato questo articolo di Alessandro Robecchi (Robeck per gli amici). Ve lo ripropongo, così, per un attacco di nostalgia e di passione politica.
pubblicato in BUONE LETTURE, Varie & eventuali
E’ uscito ormai da un mesetto NON AVRAI ALTRO CUORE ALL’INFUORI DI ME (Rizzoli, Bur, pagg. 309, euro 27,50). Si tratta di un volume celebrativo di quella esperienza umana, satirica, giornalistica, psichiatrica eccetera eccetera che fu Cuore, il settimanale di resistenza umana con la carta verdina. Il reducismo cuorista mi ha sempre fatto un po’ impressione, ma in fondo, per una vlta, perché no? Il libro raccoglie un’antologia di quello che fu Cuore, alcune prime pagine, molte vignette, tante storie e alcune foto di quando eravamo giovani. Come caporedattore di quel foglio verdino mi hanno chiesto qualcosa che somigliasse a un ricordo, forse persino a un’analisi, un commento, o non so. Io gliel’ho mandato. Loro lo hanno pubblicato. Voi potete leggerlo qui sotto. Non è una ricostruzione, non è una nostalgia, non è una confessione. E’ quello che mi pare sia successo. Tra parentesi, è stato divertente. Il pezzo è uscito con il titolo: COMPAGNO ROBECCHI, TE NE VAI CHE IL SOLE E’ ANCORA ALTO? Buona lettura, se vi va.
Questa è la storia di quando ci hanno mangiato i coccodrilli, ma siamo qui a raccontarla, e i coccodrilli ci fanno ancora ridere. Se devo dire i Cuori che ho conosciuto sono parecchi e buoni tutti. Si noti qui la classica tenerezza per quello che è successo vent’anni prima, che dunque è tenerezza per se stessi, prima di tutto, e questo si sa. Ma sono proprio quei tanti anni, quella distanza di sicurezza, a permettere di vedere in quell’esperienza-matrioska che fu Cuore, un filo vero e distinto, un suo perché. Ricordo il Cuore clandestino, che stava nell’Unità, ricordo Michele nei corridoi di viale Fulvio Testi che mi chiedeva una sostituzione estiva, e poi di correre con loro, Aloi, Paterlini, il Tato Banali, gli altri che giravano intorno, che via via si aggiungevano, nelle stanze al neon della tipografia dove stavano ancora certe lynotipe ed è come oggi dire un grammofono, un sarcofago, un tabarin. Tutto arrivava via fax, la pattuglia grafica montava enormi computer per l’impaginazione, ma ancora si attaccavano figurine sul tavolo luminoso. Si faceva per ridere e si rideva noi per primi, “piace a noi” era l’unico marketing ammesso, e ancora oggi credo sia l’unico marketing possibile. Si segnavano i voti del Giudizio Universale su un quadernone, una crocetta per voto, La figa, La fine di Andreotti, Vedere come va a finire.
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Cuore, Robecchi
I GIORNALI SONO FATTI DI PUBBLICITA’ E DI NOTIZIE: SPESSO ACCADONO SINGOLARI ACCOSTAMENTI
E spesso, l’accostamento, provoca strani corti circuiti. Come per esempio la pubblicità di cibo accanto ad una inchiesta sulla fame nel mondo. Oppure la notizia di un grave incidente stradale accanto alla pubblicità di un’automobile particolarmente sicura. Ma ci sono anche accostamenti meno brutali, più raffinati. Ieri per esempio ho visto una pagina con la foto grande del pilota che ha ucciso i viaggiatori del volo Germanwings accanto ad una pubblicità di moda con un modello che attraversa con aria arrogante e sicura a larghe falcate la strada. Capita molto spesso che dalla pubblicità di moda, di profumi, di oggetti di lusso emani questa aria di presunzione, di egotismo, di insolenza, di prepotenza. Ecco, se mi avessero chiesto chi è l’assassino dei due non avrei avuto dubbi: il modello.
germanwings, pubblicità
DALLA GRUBER GLORIA SE LA PRENDE CON ME MA PER FORTUNA C’E’ VITTORIO SGARBI
Ieri sera sono stato da Lilli Gruber, insieme a Gloria Origgi e a Vittorio Sgarbi. E’ sempre gradevole andare ad Otto e Mezzo (Otto e mezza?) perché si parla, si lascia parlare, si ascolta, si convince, ci si fa convincere e non c’è teatrino. Per dire: Vittorio Sgarbi, dalla Gruber, è perfino simpatico. Come nella vita privata. Non sente di avere bisogno della maschera che litiga, insulta e urla “Capra”. In mancanza di Sgarbi se l’è presa con me Gloria Origgi, gradevole e simpatica filosofa milanese che vive a Parigi. Gloria si è sentita in dovere di fare la donna, per definizione politicamente corretta. Quando Lilli mi ha chiesto che cosa penso dei comportamenti politicamente corretti io ho risposto che non mi piacciono, che li trovo inutili e ipocriti. Non mi ricordo se l’ho detto ma lo dico adesso: “Il politicamente corretto è politicamente scorretto. Consente alla gente di mettersi il cuore in pace. E’ come mettersi il vestito buono per andare alla messa la domenica”. Di sicuro ho detto che preferisco uno che usa la parola negro ma poi lo tratta bene, non lo sfrutta, lo paga il giusto e non lo discrimina, a quelli che usano il politicamente corretto “nero” o “di colore” e poi li disprezzano e li maltrattano e non li considerano loro simili. A Gloria non sono piaciuto. Ha detto che io sono un cattolico, anzi peggio, uno di Comunione e Liberazione. Io le ho detto che non si azzardasse più a darmi del cattolico e che per quanto riguarda Comunione e Liberazione la sfidavo a duello dietro al cimitero all’alba e lasciavo a lei la scelta dell’arma. Alla fine della trasmissione Sgarbi mi si è avvicinato e sottovoce mi ha detto: “E’ stata proprio politicamente scorretta”. Difeso da Sgarbi! Che dramma. Sono l’unico che Sgarbi non tratta male.
cattolico, Comunione e Liberazione, gruber, origgi, sgarbi
COME ANDRA’ A FINIRE?
Domani sera sarò ospite di Lilli Gruber ad Otto e mezzo. Ci saranno anche Gloria Origgi, intellettuale italo-francese, e Vittorio Sgarbi. Come direbbe il papa, che la madonna mi accompagni.
Silvana Biasutti