da Giuseppe Moncada
Gent.mo Sabelli, sono stato un antico frequentatore del tuo sito ai tempi in cui scriveva l’avv Arena . Oggi ho votato per il video di tuo figlio e tuttavia leggendo il resoconto del tuo viaggio debbo farti notare che la città del vero Barocco, che non hai visitato, è proprio quella di Pippo Baudo – Militello val di Catania. Io non sono di Militello ma di Lentini, mia moglie docente di lettere che conosce bene la storia dell’arte , afferma che quello di Noto è barocchetto. Anche se effettivamente le strade sono un disastro, come in quasi tutta la Sicilia , per andare da Ragusa a Noto e poi a Siracusa e quindi facilmente, a Militello si raggiunge comodamente . Da Militello facilmente si va a Caltagirone. Purtroppo non ricordo più il login . Mi servo della meil per comunicare il mio pensiero. Buon viaggio
Di nuovo in macchina stamattina partendo da splendido agriturismo, su splendida VW California rossa. Destinazione Piazza Armerina dove non si parla siciliano ma un dialetto più locale ancora, il piazzese. Che poi locale non è perché è un dialetto piemontese molto somigliante a quello che parlano nel Monferrato. Misteri delle emigrazioni. L’altro mistero di Piazza Armerina è che ha aderito alla Città metropolitana di Catania, pur essendo lontana chilometri e chilometri da Catania ed essendo parte della provincia di Enna. Ma lasciamo stare i misteri e parliamo della Villa del Casale, l’incredibile trionfo del mosaico. Avete presente quelle belle ragazze con bikini che ci fanno vedere in continuazione? Bè, proprio quelle. Ma le ragazze con il bikini non sono nemmeno la parte più bella dei mosaici. La Villa del Casale è una specie di fumettone del mosaico tardo-romano. Scene di caccia in India e in Mauritania, belve, eroti (specie di bambini, di putti, con le ali), schiavi, militari, scene di vita famigliare, Ulisse e il Ciclope, il ratto di Ganimede e forse quello delle Sabine, perfino una scena di sesso, tutto ti scorre davanti agli occhi grazie ad una telenovela realizzata con piccole tesserine di marmo coloratissimo provenienti da tutto il mondo. Da passarci una giornata. Noi invece ci dedichiamo anche a Morgantina, un’antica città a qualche decina di chilometri, molto grande, che ricorda in qualche maniera, per estensione e per impianto urbanistico, Pompei. Da quando cominciarono a scavare molti reperti sono venuti alla luce e subito sono stati rubati dai tombaroli che li hanno venduti agli americani. Recentemente, nel 2010, gli americani ce li hanno restituiti e adesso sono nel Museo locale, compresa la famosa Venere di Morgantina che in realtà sarebbe una Demetra e che in sostanza è una signora grande e grossa con grandi tette e grandi fianchi e grandi cosce e che secondo me aveva scoperto il trucchetto della maglietta bagnata.
Ogni tanto mi torna un attacco di nepotismo, e devo parlarvi di mio figlio. Giovanni ha prodotto un breve video di un minuto, che è stato selezionato a un importante concorso nazionale. Gli ho detto: ma non potevi farlo più lungo? „Papà, il concorso è per video di un minuto!“. Che cazzata, gli ho detto io, che sto viaggiando tra carciofi e chiese barocche con la moglie Annette e il cane Billie.
Dopo colazione incredibile in agriturismo incredibile dove abbiamo dormito in camere incredibili, partiamo alla conquista della Sicilia barocca attraversando una campagna ordinata e ben coltivata. Facciamo subito fuori i pregiudizi siciliani: le strade fanno schifo, sono piene di piccole frane e di grosse buche. Quindi è vero che l’eventuale ponte di Messina scaricherebbe migliaia di macchine in una rete stradale fatiscente. Ma chissenefrega. Si è costretti ad andare piano e quindi si vede di più e meglio. Grandi uliveti, grandi vigneti e grandi carciofeti (Niscemi è definita pomposamente “la capitale del carciofo” ed io per farle onore, la sera, al ristorante Cibus di Niscemi, mi faccio fuori due piatti di carciofi crudi con scaglie di grana). Oggi siamo andati a Ragusa, a Modica e a Scicli travolti da un temporalone che non ci ha impedito di vedere splendide chiese e poi splendide chiese e alla fine molte altre splendide chiese. Non so se abbiamo visto più chiese o più carciofi. In realtà abbiamo visto una infinità di luoghi camillereschi. Dalle parti di Ragusa (Vigata) è passato più Montalbano che Garibaldi e tutti quanti parlano di Camilleri e tutti quanti girano documentari su Camilleri e tutti i camerieri ti indicano la questura di Montalbano, la casa al mare di Montalbano, il ristorante di Montalbano, il garage di Montalbano, il muro contro il quale Montalbano ha fatto la pipì. Montalbano ha fatto risorgere Ragusa ma anche luoghi che Montalbano non ha mai visto. Montalbano è il motore dell’economia locale. Il barocco gli fa un baffo.
PS: chiedo scusa per errore di ieri: Pippo Baudo non è di San Agata di Militello.
In giro per la Sicilia con Annette, la mia moglie tedesca e Billie, la mia pastora australiana. Partiamo da Salina, a bordo della VW California rossa, a bordo del Bridge, traghetto per Milazzo. Bella giornata, sole. Da Milazzo verso Sant’Agata di Militello, patria di Pippo Baudo e poi dentro il parco dei Nebrodi, con l’accento sulla “e”, parola sdrucciola. E’ subito notte e procediamo verso l’interno. Stiamo quasi per fermarci in un B e B campeggio ma Trip Advisor ci advaisa che è pieno di zecche. Billie dice: no, per favore. Ci fermiamo quindi più avanti in uno splendido agriturismo condotto da Concetta che ci sfama a ci fa dormire in un vecchio palmento. Siamo a Troina, dintorni. Tantissimi ulivi ma le olive sono ancora sugli alberi. La raccolta qui la fanno tardi. Troina è in cima ad una rocca. E’ piena di stradine minime nelle quali il VW California rosso si districa con qualche difficoltà. Grande mostra di fotografie di Robert Capa sullo sbarco degli alleati, dove anche Billie fa un po’ di cultura. Scopro via Baudo, ma non deve essere Pippo. VW California rosso prosegue verso sud. Aggiriamo Enna e puntiamo sul Lago di Pergusa con annesso autodromo. Mangiamo all’Hotel Riviera, insalata e affettati. E cannolo siciliano. Scopriamo che nel lago di Pergusa non si può fare il bagno per non disturbare gli uccelli. Le auto da corsa, invece…Passiamo vicini a Villa Morgantina e a Piazza Armerina, ma non ci fermiamo. Si rinvia ai prossimi giorni. Arriviamo in un agriturismo principesco, i Feudi del Pisciotto. Roba da pazzi dove si fanno vini incredibili e si dorme in stanze incredibili. Incredibile (SEGUE)
Alla ripresa di Un giorno da pecora il 14 settembre alle ore 13,45 sarete sconvolti da una notizia tremenda: l’anziano, cioè io, non ci sarà. Sento che riuscirete a sopravvivere ma già che ci sono penso che sarebbe giusto dare qualche spiegazione. La prima è questa: non chiedetemi spiegazioni. Son cose private. Il vero perché non lo so nemmeno io quindi accontentatevi di qualche minuzia. Tipo: non ho litigato con il simpatico Lauro al quale mi lega una profonda amicizia. Molti si chiedono perché. Perché non ho litigato e perché c’è questa profonda amicizia. Boh. Sono i misteri della vita. Altra minuzia: non sono in disaccordo con la direzione di Radio2 che ha fatto di tutto per farmi stare bene e per convincermi a tornare sulla mia decisione. Ma io imperterrito ho continuato per la mia strada insensata. Sono uomo tutto d’un pezzo, io. Continuo: non mi trovavo a disagio con la redazione con la quale ho condiviso uno stupendo clima di serenità e che mi mancherà moltissimo. Ci sono dei dubbi sulla reversibilità di questo assioma. Ma lasciatemi nella mia convinzione ancorché audace. Ma allora? Probabilmente è solo una questione di stanchezza. Diciamo che non ne potevo più della politica. La politica secondo me sta vivendo un ventennio orribile. Ed io ho bisogno di un ventennio sabbatico.
Mi sostituirà Geppi Cucciari. Una molto più brava di me (e non è facile). A lei tutti i miei possibili auguri. Alla direttrice Paola Marchesini il mio grazie più grande (anche se è lei che dovrebbe ringraziarmi: ho contribuito a farle vincere l’Oscar della tolleranza). A Giorgio Lauro niente. Lui sa che gli starò vicino. Poveretto.
ma datemi retta: alle prossime elezioni, se pd e cinque stelle andranno al ballottaggio, come è molto probabile, il prossimo presidente del consiglio sarà Luigi Di Maio. Il partito degli antirenziani è più forte del partito dei renziani.
OTTO PER MILLE
Fra un po’ è tempo di otto per mille ed è giusto che ognuno destini i suoi soldi a chi vuole. Ma io rimango ogni volta un po’ contrariato dal fatto che in questo mondo capitalistico anche le religioni facciano la pubblicità per accaparrarsi la fetta più grossa possibile. Io penso che questa forma di finanziamento coatto che ci viene chiesta dovrebbe essere spontanea. Mi piacciono i preti della parrocchia e penso che la Chiesta Cattolica sia una organizzazione buona e giusta? Bene, ecco i soldi. Ho conosciuto la realtà dei valdesi e il loro disinteresse mi ha colpito positivamente? I miei soldi li do a loro. Potrei andare avanti per molto. Ma poi leggo le pagine pubblicitarie e mi cascano le braccia. I campioni dell’ipocrisia sono quelli della Cei. Noi leggiamo sui giornali di attici e superattici ristrutturati da cardinali, di vescovi che si sono appropriati di grosse quote di finanziamento per usi privati, vediamo foto di paramenti sacri costosissimi di scuffiotti e babbucce stralussuose che nemmeno Armani li farebbe pagare così cari. Eppure sulle pagine pubblicitarie leggiamo che alle diocesi (per la carità) sono andati 125 milioni e al Terzo Mondo 85 milioni. (Nella spiega si parla di gente povera e bisognosa che ringrazia della generosità). Leggiamo che alle diocesi (per culto e pastorale) vanno 156 milioni, 123 per edilizia, 60 per tutela beni culturali. (Nella spiega si parla di anziani, di vittime dell’usura, di giovani che ringraziano della generosità). Leggiamo infine che 382 milioni vanno ai sacerdoti. (Nella spiega si parla di quelli che trascorrono la loro vita nella terribile Terra dei Fuochi e dei preti malati ed anziani, che ringraziano della generosità). Ecco insomma: gli italiani regalano un miliardo di euro alla Chiesa Cattolica e ben 200 milioni vanno per la carità, il resto al sostentamento del clero, delle parrocchie, dei musei, degli alberghi, delle cattedrali e degli attici e superattici. Così, tanto per saperlo.
CHISSENEFREGA DI VOLTAIRE
Caro Fedez, avevi commentato con coraggio e con baldanza le prodezze dei NOEXPO su twitter, Avevi scritto: ” I danni dei NOEXPO sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e alle speculazioni economiche di Expo. Indignati a giorni alterni”. Poi avevi insistito con un altro tweet: “Nessuna attività o negozio di privati CITTADINI è stata toccata dai NOEXPO. A breve vi do una lista , che per i giornalisti è troppo lavoro”. Infine un altro tweet: “La vernice sui muri dei NOEXPO indigna più delle infiltrazioni mafiose di Expo. Di questo passo daranno la scorta di Stato agli imbianchini”. Opinioni. Alcune addirittura condivisibili. E il cielo sa quanto io mi batta perché qualsiasi opinione, QUALSIASI, possa essere liberamente espressa. Compresa l’opinione di chi pensa che qualche rapper sia un po’ fuori di testa. Avete presente? Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. Ho fatto una piccola ricerca ed ho visto il primo tweet. Sotto una foto di black bloc in azione hai scritto: “Sono con voi”. E vabbé, sei con loro. Poi di fronte alla marea di critiche hai fatto molte precisazioni che sembrano una marcia indietro. Ha detto che la tua solidarietà era per il corteo pacifico del giorno prima non con gli incidenti del giorno dopo. Va tutto bene. Ma c’è una cosa che non ti perdonerò mai. Hai detto: “Quattro giornalisti cinquantenni hanno travisato le mie parole”. No caro Fedez, sono un giornalista settantenne. Il diritto di esprimere la tua opinione non lo difendo più. D’ora in poi chiunque traviserà le tue parole avrà il mio appoggio. E chissenefrega di Voltaire.
La vignetta di oggi su Repubblica: “Se tutti si spostano da una sola parte anche i partiti si rovesciano”