Chi sarà mai quell’argentino che oggi ha visitato il nostro blog dalla città di Neuquen, unico gaucho che visita www.sabellifioretti.it? Ah saperlo!
Era tanto tempo che volevo andare in Argentina ma si passava di rinvio in rinvio. Quest’anno sabbatico finalmente mi ha consentito di partire. E infatti partirò: giovedi, alle 18 e un po’, da Fiumicino. Negli ultimi tre mesi ho anche studiato spagnolo con risultati piuttosto scadenti. Il programma prevede di andare subito a sud, perito moreno, ushuaia, calafate. In realtà non ne so molto di più, e non ne voglio sapere, preferisco sorprendermi. Saremo una decina, coordinati da Viaggi Solidali, con i quali sono andato già in Zambia e in Mali. Tanti anni fa. Mi dicono che mangerò tanta carne e sarò distrutto dal tango. Vi terrò informati, con report, con foto e con video. Tornerò fra circa trenta giorni. E quando tornerò, sono sicuro, vi troverò ancora a parlare di Renzi, di Unioni Civili, di uteri in affitto…
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Esperimenti di Knowme, app di ultima generazione
I lama sono in trepida attesa
Ultimi preparativi alla valigia. Il mio spagnolo non è il massimo ma ho studiato per cento lezioni. Ce l’ho messa tutta.
Silvio Berlusconi spedisce Cesare Previti ambasciatore presso la Commissione Europea. Nomina altresì Lele Mora capo dell’Agenzia dei Servizi Segreti. È un suo amico personale, nonché conclamato esperto in materia: titolare di una società di pierre. AVETE SUPERATO lo choc? Ancora un’altra notizia: nella famosa missione in Cina, quella che Giulio Andreotti descrive come una gita “di Bettino Craxi e dei suoi cari”, la delegazione italiana – tutta intera – dà mostra di sé accaparrando i Rolex. Restate sulla scena, preparatevi a un’altra: il padre di Ugo Intini, braccio destro di Craxi, è vice presidente di Banca Etruria, una delle quattro popolari a rischio fallimento per cui, in una domenica delle ferie natalizie, Craxi riunisce il Cdm e fa votare un decreto di salvataggio. Siete ancora nello choc? Tenetevelo. Tutto questo è successo. Solo che c’è Matteo Renzi. E non ci sono più né Craxi e neanche Berlusconi. Sollevatevi pure dallo spavento. Così si fa e così piace. Sono solo asole, a cui fanno seguito i bottoni: un articolo di Claudio Magris, sul Corriere della Sera, ancora non s’è visto; neppure uno di Curzio Maltese su Repubblic a. Di Girotondi, poi, manco a parlarne. Tutto questo succede e nessun titolato a dire, fiata. “Vada a farsi fottere” ruggì Massimo D’Alema ad Alessandro Sallusti. L’uno stava di fronte all’altro. In un confronto duro, davanti alle telecamere. Renzi, boy scout qual è, non le dice parolacce. Risolve alla radice: si sceglie gli interlocutori. E la sinistra –quella intellettuale, soprattutto –fa il resto: gli apparecchia l’omertà. Le asole, dunque. Berlusconi, si sa, aveva tutti i difetti tranne uno: la cattiveria. Ed è, questa – al contrario – la prima virtù di Matteo Renzi. Anche Bettino Craxi aveva tutti difetti, tra i quali –ma era una virtù –il gusto sadico di mettere alla prova il servilismo del prossimo. Gli editorialisti del Corriere andavano fin sotto il palco disegnato a forma di piramide da Filippo Panseca, gli dicevano – “Bravo segretario, hai fatto un gran discorso” – e lui li fulminava così: “Scrivilo!”. Scrivilo, diceva Craxi. La sfacciata novità del controllo totale dell’informazione era una vergogna impossibile e Bettino – burbero e romantico – assaporava il presagio della catastrofe senza il più urgente dei difetti: la cattiveria. E’, la proverbiale cattiveria, la qualità che tutti riconoscono a Renzi, il requisito necessario – mancato ai suoi predecessori – sulla strada del possesso intimo degli italiani. Bettino e Silvio, a differenza dell’attuale leader del Partito Democratico, pativano uno svantaggio: l’opposizione di metà Italia addestrata, a sua volta, all’esercizio critico, alla libera circolazione delle idee e alla discussione più feroce. I BOTTONI, QUINDI.Basti pensare a cosa fu R e pu b b l i c a : quella di Eugenio Scalfari prima, quella di Ezio Mauro dopo. Fu un passaggio di testimone: uno a far guerra a Craxi, l’altro a Berlusconi. E basti vedere già cos’è non il Tg1 – appaltato alla maggioranza, qualunque essa sia – ma ogni altra plaga dell’editoria dove firme, testate, taccuini e telecamere sono solo sugheri chiamati a galleggiare. Ancora uno spavento: la superiorità morale è sospesa a divinis. Muta sta la sinistra. Aspetta un Rolex.
…ed ero un grande pittore emergente…
.ed avevo un bambino piccolo piccolo…
…e facevo grandi feste nella casa di Bracciano (riconoscibili mia sorella Annalia, mia madre Vilma, Stefano Malatesta, Giorgio Forattini, Sergio Frau, Chiara Beria D’Argentine, Gianni Farneti, Giulio Mastroianni e molti altri campioni del giornalismo panoramesco).
…ed ero una grande campione di chachacha