Ieri siamo andati nella valle della morte, o valle di Marte, luogo molto bello, dove girano continuamente pubblicità della macchine di lusso. Io ed Ezio abbiamo girato uno splendido video. Ognuno con i rispettivi mezzi di riproduzione dell’immagine. Uno contro l’altro in un duello mortale. “Quando un uomo con un Iphone Plus 6 incontra un uomo con il GoPro 5 Hero, l’uomo con l’Iphone Plus 6 è un uomo morto”. Quando si dice la creatività. Alla fine della valle della morte c’era una duna gigantesca dalla cima della quale dei ragazzi con lo snowboard (cioè in questo caso il sandboard) si buttavano gù facendo peripezie e salti. Dopo un po’ di esitazione siamo andati, Barbara ed io, dai ragazzi che organizzavano il tutto e abbiamo chiesto di provare. Ci hanno dato uno sguardo e siamo stati respinti con gentilezza e noi non eravamo nemmeno tanto scontenti.
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Con grande difficoltà sto mettendo snche fonfamentali contributi dul mio canale di youtube. Cosa non si fa per i fans!
la sera, intensa attività sociale
sono bambini lasciateli giocare
globalizzazione a san pedro de atacama
Misurazioni: il metro di atacama
ebbene si siamo stati al tropico del capricorno
Planking al tropico del capricorno
Sempre nel deserto siamo. O meglio nell’oasi di San Pedro de Atacama. Ricordate? Il paesetto fatto di adobe che somiglia ad un paesetto africano. In realtà sembra un misto fra Woostock, Goa, Puerto Escondido e la Giamaica. Ieri sera abbiamo cenato in albergo sui bordi della piscina (si fa per dire) e della jacuzzi (sempre per dire). Mangiato bene. Io ho preso un pesce fresco ma tutti si chiedevano come potesse essere fresco un pesce pescato fra le dune. Era una trucha, una trota, buonissima. E ho assaggiato anche il pisco, bello tosto.
ragazzi, scrivo su un cell su un pulmino su strade dissestate, non scassatemi i cabasisi
Il sedicente capogruppo ezio esamina la situazione del salar della laguna de chaxa
Cena nel deserto
Ezio, il sedicente capogruppo, e Barbara, la diversamente alta.
La sorella
Facciamoci riconoscere
L’anfiteatro della valle della luna
Aspettando il tramonto
Arriviamo a San Pedro, paesino che sembra africano, negozietti di artigianato, ristorantini, alberghetti. Tutto è costruito in adobe, che non è niente di cibernetico, è fango mischiato a paglia. Il deserto dell’Atacama è lungo 1200 metri, come se l’Italia fosse tutto un deserto. Noi partiamo subito per la Valle della Luna, senza nemmeno riposare un attimo perché il viaggiatore ha da soffrire. La Valle della Luna è una specie di canyon tutto coperto di bianco che non è neve(se fosse neve sarebbe Courmayeur) ma sale. Argilla coperta di sale e formazioni di roccia singolare. Come le tre marie, alla fine del canyon, che adesso sono due marie perché un pirla di turista tempo fa voleva farsi una voto a cavalcioni di una maria e l’ha rottamata.
Abbiamo fatto una scommessa fra noi sei. A chi perde più cose prima della fine del viaggio. Conduce per adesso Annalia, mia sorella, con tre punti. Ha perso in partenza, ancora a Malpensa, lo zaino mentre faceva il chek in. Gliel’ho ritrovato io. Poi ha perso la carta di imbarco. E poi una terza cosa che non ricordo. Io mi sono perso in albergo. A Santiago. Ci sono altre perdite, ma tutta roba ritrovata. Come il biglietto della metropolitana a Milano che ha perso Floriana e non riusciva più ad un uscire dalla stazione. Vabbé, rimane il fatto che io non riuscirò mai a capire perché nel mondo anglosassone c’è l’ufficio oggetti “lost and found” mentre in Italia c’è l’ufficio oggetti smarriti. Smarriti e basta. Bene, fine delle riflessioni filosofiche.