Stiamo partendo per Ciaten. Invece delle istruzioni per il volo l’hostess ci fa recitare il Padre Nostro.
Il bidet, il grande sconosciuto del Cile. Alla fine ne abbiamo trovato uno. Uno solo , ed è dtati assegnai ad Annalia e a Barbara. L’ultimo giorno prima della loro partenza. Perché potessero conservare un buon ricordo.
E’ un miscuglio gigantesco di cozze XXL, di salsiccette, di pezzi di maiale che dovrebbe essere cotto con pietre bollenti sotto terra. Si chiama curanto ed è il piatto principale dell’isola di Chiloe dove ci siamo trasferiti provenendo da Punta Arenas, un po’ in macchina e un po’ con le solite due o tre orette di aereo. Curanto: statene lontani e mi ringrazierete. E’ una cosa tremenda, gnucca, marmorea, che ha impegnato il mio stomaco come non avrebbe fatto nemmeno una pizza con l’ananas.
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Si era detto di parlare di sesso. Bene, il momento è arrivato. Tutto è cominciato sulla strada tra l’albergo delle torri del Paine e il lago Grey, il lago che secondo Ezio si chiama così in ricordo del generale Grey, libertador del Cile dall’occupazione spagnola. Ci siamo trovati in mezzo ad una mandria di guanachi arrapati. I guanachi stavano lì occupando la strada nel giorno che i guanachi dedicano al sesso sfrenato. Noi, ignari della situazione, ci siamo fermati un momento per fare qualche splendida foto quando i guanachi hanno cominciato a rincorrersi come matti.
Il problema della cacca è sorto quando in un albergo abbiamo trovato un avviso che invitava a non buttare la carta igienica nel water per non intasare le tubazioni. Io ed Ezio ci siamo subito adattati, con disciplina. Le quattro signore, si fa per dire, si sono rifiutate. Ne è nata una discussione filosofica sulle abitudini igieniche di tutti quanti.
Le attività principali del nostro gruppo sono due. La prima è comprare cazzate. La seconda è perdere cose importantissime. Ma credo che non sia una prerogativa del nostro gruppo. Credo che siano le attività di tutti i turisti e di tutti i viaggiatori italiani. Nell’ordine abbiamo perso: passaporti, portafogli, soldi, zainetti, giacche a vento con dentro telecamere GoPro, caricabatterie Iphone e Samsung, telefonini Iphone e Samsung. Io mi sono perso due volte dentro un albergo di Santiago, ma in quel caso avevo ragione io. Era un albergo ideato da un architetto sadico che aveva un unico obbiettivo: farmi perdere. Abbiamo ritrovato tutto. Anche io mi sono ritrovato.
Rieccomi, non ero scomparso per mia volontà ma per responsabilità di Aruba che non so che cosa avesse combinato. Comunque non era facile per me risolvere il problema dal Cile e ci ha pensato l’amica Melba. Rieccomi dunque e nel frattempo l’isola di Pasqua è un ricordo. Cinque ore di volo mi hanno riportato a Santiago. Altre tre ore di volo a Punta Arenas, cinque ore di auto, forse otto, non ricordo più, sotto le mille vette del parco del Paine. Roba da sballo.
Siamo gente pulita
Tale e quale il duce
Ah sapere che cosa intendeva dire!
L’anziano e la guida: d’amore e d’accordo
Movimenti plastici
I turisti spuntano come funghi
La vispa Teresa
Beh?
La fama ti precede
Mo ai anche un po’ rotto
Una scolaresca esemplare
Variazioni sul tema
Mi sto divertendo come un pazzo
I soliti pirla ma un po’ meno
Effetto ottico: supermoai
E dai e dai anche i moai…