da Fabio Cavallari, Luino
Nelle carceri italiane sono circa 16mila i detenuti in surplus rispetto al numero di posti disponibili. Le condizioni igieniche e sanitarie sono al limite della fatiscenza. A farne le spese sono i soliti noti: tossicomani, malati di Aids ed ovviamente molti tra coloro che sono in carcere pur non avendo compiuto gravi reati. L’approvazione dell’indulto rovescerebbe la logica dominante, secondo cui al sovraffollamento si risponde con la costruzione di nuovi istituti carcerari. La novità di quest’apertura dovrebbe far riflettere anche sulla possibilità dell’indulto per i detenuti condannati per terrorismo. Tutti coloro che hanno dato prova in questi anni di essersi staccati definitivamente da quel tragico delirio, potrebbero trovare in questa soluzione una buona occasione per reinserirsi nella società. La sinistra al governo ebbe paura della piazza e rinunciò vilmente ad un’operazione coraggiosa. Qualcuno dice che sarebbe un paradosso se ora il centrodestra si muovesse in tal senso, ma a volte anche i paradossi sono i benvenuti.
Io non sarei contrario ma non vorrei che passasse la logica del condono, del volemose bene, del quello che è stato è stato, scordammoce o passato. La certezza dellapena a mio giudizio è un principio che non va dimenticato. Per questo credo che contemporaneamente la pena deve essere solo la privazione della libertà non anche l’obbligo di vivere in condizioni men che civili. (csf)
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