da Matteo Campana
Visto che comunque se ne era parlato anche qua vi giro il pezzo di A.Grasso oggi sul Corriere che commenta il gioco/esperimento di qualche giorno fa:
Abbiamo fatto un gioco, ci siamo divertiti e un poco abbiamo anche riflettuto su una questione che in questi giorni scuote il sistema televisivo: la misurazione degli ascolti. Quasi istintivamente, per consonanza di intenti, la comunità virtuale dei partecipanti al Forum del Corriere (in calce, l’indirizzo web per accedervi), ha deciso di fare un esperimento: perché, in un giorno e in un’ora prefissati, non ci troviamo tutti davanti allo stesso programma per vedere l’effetto che fa? La «grande bigiata», come una spiritosa aderente l’ha definita, ha preso via via corpo e sotto il nome di «salto del canale» si è avverata martedì sera, su La 7, davanti a «8 e 1/2» (ci serviva un programma «povero»). Che, per l’occasione, ha registrato 566.000 spettatori con share dell’1,95%, dunque qualcosa in più della sua media (1,77%), nonostante una partita stellare (Real Madrid-Roma) e una puntata non eccezionale (i conduttori si davano sulla voce più degli ospiti). Il direttore dell’Agb, la complessa macchina che presiede al rilevamento, ci aveva prudentemente avvertiti che il mercoledì sera lo share delle ultime 8 settimane variava da un minimo di 1,18% a un massimo di 2,33%. Come dire: da un punto di vista scientifico la vostra variazione è irrilevante. Ma noi proprio questo volevamo dimostrare: se una «massa critica» (un numero consistente di persone che, da un paio d’anni, ama discutere ogni giorno di tv in modo critico) decide di «vedere insieme» un programma non fa audience perché non rientra nel campione Auditel. Tutto qui: senza intenti polemici, senza vantare prove inoppugnabili né denunciare complotti. Potevamo quindi essere in dieci come in centomila: se, infatti, nessuno dei «saltatori» ha in casa l’infernale macchinetta, il termometro dell’Auditel non si muove. Però è stato bello ritrovarsi in questo modo, sentirsi comunità pensante. Alla prossima.www.corriere.it/grasso
Nessun commento.
Commenti chiusi.