da Mario Brandalise
Nel 1973 frequentavo la seconda elementare in un paese del crotonese. Il maestro era un uomo d’ordine e disciplina, che manteneva con due tubi di gomma di una ventina di centimetri di lunghezza. Li teneva nell’ armadietto. Prendeva quello più sottile, lo soppesava dubbioso, poi lo riponeva e menava con quello più grosso, sulle gambe. Dei poveri, ovviamente, i cui genitori non sarebbero mai andati a protestare. La mattina del terremoto non ci rendemmo conto subito di quello che era successo. Tremò tutto, ma non ci furono crolli. Noi bambini ci precipitammo verso la porta, ma il maestro urlò : << Fermi tutti !>>, e ci bloccammo. Lui uscì dall’ aula, facendosi largo tra noi. Sentimmo delle grida : << Il terremoto !>>. Il maestro, senza degnarci di uno sguardo o di una parola, si mise a correre verso l’ uscita, lasciandoci in classe. Dopo un attimo di smarrimento, ci mettemmo a correre anche noi. Ricordo l’ enorme soddisfazione che provai quando, più svelto di lui, lo sorpassai a metà corridoio.
E’ bello leggere della diversa sensibilità mostrata dalle maestre di San Giuliano (csf)
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