da Sergio Pilu
Tenderei a dire “sì, certo”. Però. Ho un lavoro se qualcuno me lo offre, oppure se sono capace ed ho le risorse (umane e finanziarie) per crearmene uno. Poi, continuo ad avere un lavoro solo se un numero sufficiente di persone ha un bisogno continuativo dei prodotti o servizi che io contribuisco a realizzare. A questo punto, ci sono diversi diritti che si contrappongono: gli operai di Termini Imerese hanno diritto al lavoro, ma io ho il diritto di non comprare un’automobile da loro prodotta. Sono io che gli tolgo il lavoro, facendogli scontare colpe solo in parte attribuibili a loro mancanze dirette e personali (non sono loro ad aver progettato automobili che non piacciono ai clienti). E allora? Ciascuno di noi deve spendere 15.000 Euro per comprare una vettura di cui non ha bisogno o che sa che gli creerà problemi per altri 15.000 Euro nei cinque anni successivi, per pagare sei mesi di stipendio ad un operaio Fiat? Non lo so, e vorrei che qualche bloggista mi aiutasse a chiarirmi le idee (astenersi Moretti, please, altrimenti mi sentirò – contro la mia volontà – spinto a destra, Facci-style).
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