da Primo Casalini, Monza
Stavo per rispondere al sintetico dileggio (?) riserbatomi dal giovinetto Claudio, quando le risate di cui sono grato a Gianluca Neri mi hanno convinto a qui pubblicare un mio recente brano sconosciuto a’ popoli: “Eggià! Questo porta l’attuale stagione, prima in cultura che in politica, prima in morale che in cultura. Gli è che il corpaccione comatoso del Romanticismo (maiuscolo, prego!), in tale stato almanco dal 1897, anno della dipartita di Johannes Brahms, grande sibbene ultimo, gli è che tale corpaccione continua ad ammorbare l’aria co’ suoi pestilenziali effluvii. I lodevoli sforzi di tanti medici pietosi rivolti ad una rapida e dolce fine non sono bastati. Proust, Stravinsky ed Einstein, Wittgenstein e Bartok, Musil e Russell (da giovane) e Joyce fra i tanti. Ma stregoni e sciamani invigilano al perdurare del corpaccione, pronti, in caso di decesso, ad imbalsamazioni o modernizzanti clonazioni (pecora Dolly, pure lei maiuscola!): Freud e Jung (almanco sublimi ciarlatani), Heidegger, Mann giù giù insino a’ nostri Croce, D’Annunzio, Pirandello, Pavese, Pasolini e ancora più giù Malaparte, Milani il Don, Fallaci. Pochi e non amati i medici italici: Gadda, Montale, Svevo, Calvino su tutti.Attrezzi de’ medici: telescopio, microscopio, lente e tant’altri disegnati su misura delli obietti osservati. Attrezzi degli stregoni: uno solo, lo specchio in cui si rimirano in millanta pose convenevoli e non. Continueranno a vincere gli stregoni, armati di Sindone e di Amelie, di TV deficiente e, soprattutto, di Amore(maiuscolo, prego!), specie verso sè stessi ed i lontani: i vicini sono invece contemnendi. L’altra sera ho rivisto, per l’ennesima volta, Pulp Fiction, recente e maravigliosa bandiera de’ medici pietosi. Un mondo in cui, per chiamare le cose con verità ingenua, non si affonda nel limo puteolente de’ menzogneri sentimenti, menzogneri anzitutto con sé stessi. Puteolente, il limo, sibbene cosparso di tonnellate di profumi forniti dalle più riputate ditte, che in ciò trovano una qualche convenienza. Una domanda, infine: ma il Giovanni Sebastiano, le ragioni, le passioni, i sentimenti, li sapeva esprimere? Lasciò questo pianeta nel 1750, ben prima che Jean-Jacques Rousseau principiasse la plurisecolare frescaccia degli odiatori delle matematiche, che hanno trasformato i lumi in candele, e relativo waltzer”.
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