da Alessandro Ceratti
Abbiamo o no il diritto di bombardare? Non lo so. Sta di fatto che tutti coloro che pensano non si debba fare, che non ne abbiamo l’autorità, sono poi i primi a lamentarsi del fatto che i paesi occidentali non fanno abbastanza per i paesi poveri. Non li aiutano abbastanza, non gli condonano i debiti, non promuovono sufficientemente il loro sviluppo. Se noi sentiamo di avere questa responsabilità nei confronti dei paesi del terzo mondo allora l’abbiamo per esempio anche verso l’Iraq, che attualmente è sotto il tallone di un feroce dittatore (su questo punto il consenso è generale). Condonare i debiti, promuovere lo sviluppo, aiutare l’Iraq significherebbe rafforzare questo regime che invece opprime i suoi cittadini. Questo intervento umanitario potrebbe essere controproducente. Invece provare a rovesciare Saddam Hussein potrebbe essere la cosa giusta. Oppure assumiamo un atteggiamento più pragmatico, più consono alla realpolitik e diciamo: vadano sulla forca tutti i paesi poveri e facciamo guerra all’Iraq se ci fa comodo per controllare il suo petrolio. Questo comportamento sarebbe adeguato ad una nazione non arrogante, che non si crede l’unica depositaria di valori universali, che non si assume indebitamente il ruolo di gendarme del mondo, di uno stato che persegue legittimamente i suoi interessi nazionali.
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