da Piero Lint
Sono un moralista veterocomunista criptocattolico con spiccata tendenza al giustizialismo forcaiolo. Cioè: mi son sempre girati alla grande i coglioni di fronte ai figli di papà che giocavano a fare i rivoluzionari. Detto questo, Vincino ha tutto il diritto di scrivere dove vuole, quel che vuole e come vuole. A chi non segue i suoi stessi percorsi deve altrettanto concedere la libertà di storcere pesantemente il naso di fronte ad affermazioni come: “Il mio lavoro è al Corriere della Sera, ma quando mando le mie vignette al Foglio io non vedo un giornale finanziato da Berlusconi. Vedo un giornale di Giuliano Ferrara, finanziato dalla pubblicità”. Possiamo dubitare dell’esistenza di Dio, ma questa è ipocrisia bella e buona: il Foglio appartiene alla moglie di Berlusconi e Vincino sa benissimo che non potrà MAI satireggiare il patron e i suoi amici sui temi della giustizia (Cirani, processi ecc). E lasciamo pure perdere i giudizi su Gasparri, Feltri e Belpietro. Almeno in questo, è coerente.
Non è vero.Vincino è un reale spirito libero. Spesso le sue vignette non mi piacciono. Molto spesso non condivido le sue idee. Ma non è un servo del padrone (csf)
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