da Celestino Ferraro
Non è un bel credere che l’emozione per l’eccezionalità dell’evento – il Papa che dallo scranno presidenziale di Montecitorio parla alle Camere riunite – possa aver travolto alcune regole del “politically correct” e consentito, ai parlamentari presenti in Aula, d’impadronirsi di quelle parti del discorso che più “convenivano” alla loro parte politica e applaudire, ventidue volte, fragorosamente, le parole del Papa. Ohimè, ohimè! Più di un cretino si flagella per questi applausi che l’Aula di Montecitorio ha tributato a Karol Wojtyla, Papa della Chiesa di Roma e dell’Italia cattolica. In questa stagione miserabile della nostra vita (…) dove il più fesso dei parolai ciarlatori raccoglie la sua manciata di “clap clap clap” quotidiani, reprimersi dal tributarli al Papa, sarebbe stato un insulto al buonsenso e ai sentimenti che avrebbero dovuto soggiacere a quel “laicottismo” culturale di politicanti che fa del Papa il testimone vivente della pochezza della loro ostentata laicità.PS Mi rincresce informarla (ma non è una minaccia), che se non leggerò il mio pezzo, lei, dovrà fare a meno dei miei scritti: non se ne dolga, l’ha voluto lei.
Caro Celestino, mi rincresce informarla che pubblico questo intervento solo perché è interessante nonostante la minaccia. Ricordo che questo non è un sito spazzatura dove esiste un qualche diritto automatico alla pubblicazione. Le vostre lettere vengono selezionate, scelte, editate, tagliate, censurate secondo alcuni criteri che non sto qui a ripetere e dei quali, giocoforza, io sono l’unico interprete. Qui per favore basta con le lamentele e con le lagne.Non scrivete articolesse, non scrivete oscenità, non scrivete banalità e non ci saranno problemi. (csf)
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