da Elisa Messina
Cari lobbisti, uscite dalle sterili polemiche grammaticali o veterosessantottine e ricominciate a commentare e discutere sui fatti del giorno… (Claudio, torna, ti prego [ndr – sì, ti preghiamo anche noi]). Dico, non vi basta quello che pubblicano i giornali in questi giorni? A questo proposito mi è capitato tra le mani un articolo del Corriere di lunedì scorso (io faccio molti ritagli per vizio professionale) su una trasmissione televisiva che va forte negli Usa. Si chiama Celebrity Justice. L’idea è geniale (strano che Saccà non ci abbia ancora pensato): difendiamo le povere star di Hollywood (o i vip in genere) che appena si macchiano di qualche piccola marachella finiscono subito in pasto ai giornali e sono vittime di giudici impietosi. Vedi il caso di Winona Ryder, arrestata per furto in un grande magazzino che rischia addirittura tre anni di carcere. Eppure, dimostra l’inchiesta di Celebrity Justice, nessun accusato di furto in California rischia pene così severe. Insomma, la tesi è: la giustizia non è uguale per tutti e i giudici sono più cattivi con le star. Vogliamo provare a immaginare una versione italiana?
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