da Vittorio Grondona – Bologna
l’accostamento dei due mondi, descritto così bene nelle poche righe che ho ricevuto, secondo il mio parere evidenziano due cose drammaticamente negative. Da una parte la vita di una famiglia di pastori che descritta così sembra splendida, ma, se analizzata dal lato umano, di fatto non lo è. Per forza di cose il pastore è costretto vivere ai margini della società e questo sicuramente non è positivo per la natura dell’uomo. Dall’altra parte un episodio orribilmente doloroso, indegno dell’umanità. 118 morti fra gli ostaggi e 50 fra i terroristi sono un tragico bilancio. Combattere il terrorismo con il terrorismo non credo che sia una strategia vincente. Si potrebbe al limite concepire, anche se non lo condivido affatto, un terrorismo che terrorizza i terroristi, ma non credo che abbia senso terrorizzare due volte chi è vittima del terrorismo. I politici del nostro mondo così evoluto (si fa per dire), ivi compreso il nostro Presidente del Consiglio, hanno elogiato il comportamento del governo russo. Cosa significa questo che in un caso analogo che dovesse per disgrazia accadere in Italia, il nostro governo non ci penserebbe due volte prima di ordinare un massacro? Gli eventuali ostaggi, fra i quali ipoteticamente potrei esserci io o qualcuno della mia famiglia, in quella malaugurata ipotesi, sarebbero comunque condannati? Le speranze di essere “liberati” e “salvati” si ridurebbero infatti a quelle concesse dalla fatalità, in quanto la vita degli ostaggi può essere tranquillamente immolata per “interessi politici”.
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