NICOLA QUATRANO. Il magistrato napoletano simpatizzante per la sinistra ha un computer in casa dal quale, dopo l’omicidio di Massimo D’Antona, sono partite alcune mail inneggianti alle Brigate Rosse. “Il prossimo sarà Massimo D’Alema.Preparatevi ad un altro funerale e anche a un altro e a un altro ancora. Preparatevi perché uccidere un diessino non è reato”. E poi: Colpirne uno per educarne cento. Tutto il potere al popolo armato, niente resterà impunito. Brigate Rosse”. Ciumbia! Un magistrato brigatista? Indagini. E si scopre che è stato uno dei due figli di Nicola Quadrano. Ma, precisa il magistrato, non quello che ha 16 anni. E’ stato quello piccolo, che ha 12 anni”. Ariciumbia! Un bambino di 12 anni vuole colpirne uno per educarne cento? Sono i danni degli asili Montessori.
CESARE PREVITI. Se il processo sarà spostato a Brescia, l’incontentabile ex ministro della difesa farà un’istanza davanti a quel tribunale per ottenere il trasferimento degli atti a Perugia. “E’ quella la sede naturale visto che io vivo e lavoro a Roma”, ha detto. Ma allora, diamine, ma facciamolo nel tinello di casa sua questo benedetto processo!
GIANNI MORANDI. Si è spogliato, è rimasto con i soli boxer, per dimostrare che l’Auditel premia il peggio. Se si abbassa il livello dello spettacolo, la gente abbocca. Ma va? E ci voleva lo smutandamento per scoprirlo? E’ sempre stato così: più lo spettacolo scende in basso più lo share va in alto. Più cronaca nera sui giornali e più copie vendute. Metti le tette in copertina e vendi 20 mila copie di più. Ma a chi era rivolta la provocazione? A Mediaset per dire loro: “Siamo capaci anche noi”? Ai telespettatori per dire loro: “Razza di pirla, la qualità proprio non vi interessa?” Ai dirigenti Rai per dire loro: “Non potremmo accontentarci di tre punti di meno?” Boh.
ENRICO LA LOGGIA. Il ministro delle Regioni, intervistato per il “Giornale”, alla osservazione dello splendido Giancarlo Perna che “la maggioranza è litigiosa. An e Lega danno “di ladri” agli ex dc”, risponde: “Prevale la compattezza. Contro lo sfascio drammatico del centro-sinistra”. “Basta”, dice Perna, “è un ritornello che ripete sempre Berlusconi”. Ribatte La Loggia: “E ci raccomanda di ripeterlo anche noi”. Quando si dice il vivace dibattito interno! Quando si dice l’autonomia del singolo! Bravo La Loggia. La verità è rivoluzionaria.
ATTILIO PACIFICO. L’avvocato accusato nel processo Imi-Sir di aver corrotto i giudici Verde (750 milioni), Metta (400 milioni) e Squillante (133 milioni) si difende con validi argomenti rispondendo alle domande di Rosanna Santoro del Messaggero: “Io non ho mai dato soldi a quei magistrati. Erano soldi che esportavo per loro, anche se era vietato”. Dopo l’orgoglio dell’evasore, rivendicato da Previti, Pacifico lancia lo “spallone day”. Mica male come classe dirigente.
ANTONIO DI PIETRO. L’ex giudice di Mani Pulite critica la richiesta di Ilda Boccassini al processo contro Previti. “Tredici anni? Troppi. Se ne ottiene otto ha perso. Io ne avrei chiesti sei. Se ne ottenevo otto avevo vinto”. Diavolo di un Tonino, meglio che al souk!
MARCELLO PERA. Sull’onda dello smutandamento di Gianni Morandi il presidente del Senato rivela al Tg2 che spesso cena in mutante. Che schiiiifo!
FERDINANDO ADORNATO. Scrive l’ex deputato di sinistra, oggi di Forza Italia, che non capisce come mai moltissimi sono garantisti per Sofri e forcaioli per Previti. E fin qui, come dargli torto? Ma poi si allarga. “Nel caso di Previti sono stati inscenati appelli, infuocati girotondi, rumorose proteste perché egli non potesse in alcun modo sottrarsi all’offensiva pesantemente indiziaria orchestrata dai Pm”. Basta pochissima onestà intellettuale per vedere un Previti che scappa alla giustizia aggrappandosi a tutti i privilegi per il fatto che è deputato e Sofri che invece per quella stessa giustizia si rende disponibile. Brutto spettacolo quello di Cesare. Drammatico quello di Adriano.
Claudio Sabelli Fioretti
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