Piergiorgio Welby
l’Occidente ha isolato la terra dal destino della verità perché esso è il luogo del nichilismo, cioè della persuasione che l’ente sia niente; ma in relazione alla preistoria dell’Occidente e ad ogni epoca dove ancora non è apparsa la determinazione esplicita del senso dell’essere e del niente, rimane ancora un problema, per Essenza del nichilismo, se in esse si nasconda la persuasione che l’ente sia niente e dunque se in esse la terra sia stata isolata dal destino della verità. L’ipotetismo, lo sperimentalismo e il particolarismo della moderna scienza della natura sono il risultato inevitabile del contrasto che costituisce l’epistéme greca: il contrasto tra l’evidenza dell’epamphoterìzein dell’ente rispetto all’essere e al niente, e il progetto che anticipa incontrovertibilmente il senso del tutto. In quanto l’ente esce dal niente, ogni anticipazione del divenire e del processo dell’esperienza non può essere che un’ipotesi, un’anticipazione cioè che non predetermina e non vincola, ma, all’opposto, è verificata o falsificata dal divenire degli enti quale di volta in volta si lascia sperimentare. Il metodo sperimentale è l’espressione dell’impossibilità di anticipare in modo assolutamente vincolante ciò che ancora è un niente e, insieme, della necessità che al rifiuto dell’anticipazione incontrovertibile del tutto corrisponda la conoscenza di quella dimensione parziale degli enti, che, nel divenire cosmico, è di fatto uscita dal niente. L’etica, ormai, segue la scienza…non la precede.
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