da Piergiorgio Welby
…ho sognato di essere un Bambin Gesù del Crivelli, sa quelli sempre imbronciati, ma la Madonna che mi teneva in braccio era una di quelle Madonne del Lorenzetti, sa quelle con il torcicollo alla Modì…come dice? Fino a quanti anni ho fatto la pipì a letto?…ma, non so…credo…un po’ come tutti…ma sono sicuro che a diciotto anni ho smesso…sa era venuta una cuginetta niente male e la notte…pensavo alle sue scarpine di vernice nera…alla bebè… –le scarpe di mia madre?-…doc, mia madre ha il quarantatre e l’alluce valgo! No doc, non ho mai indossato le giarrettiere…una volta il collant…tanto per provare…-le scarpe di mio padre?- …doc: lei dove si è laureato? All’università di Manaus! No, non conosco…come? Il sogno? Ah sì…ecco…la Madonna mi portava alla materna…la maestra somigliava alla Fata Turchina…no doc, che cavolo c’entra la Lollobrigida!..alla Braschi…vabbè, ho capito: lei preferisce la Lollo…cazzo! Il sogno è mio!…la Nicoletta in mano aveva una frusta di cuoio intrecciato…rosso e nero…credo –no, niente stivali neri, pissing, bound, fetish…no, nemmeno le manette! Doc, lei dove ha insegnato?…non vuole rispondere?….improvvisamente, da dietro la Venere degli orologi di Arman…sbucavano il cardinal Tonini con in mano il libro Cuore e mons Sgreccia con l’opera omnia di Torquemada…cantavano Dies irae…doc, ho avuto paura e l’ho cercata col telefonino…-come ho fatto ad avere il suo numero?…doc, che cosa sta dicendo…era un sogno!…come? tempo scaduto?…doc, ho paura…sono ateo…e…vabbè ci vediamo Lunedì.
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