da Oreste Tappi, Roma
Iraq non è una parola rara, ma una tralitterazione convenzionale (comunque imprecisa) di una normale parola araba, della quale riconosco il credito (ufficiale?), ma non approvo l’oscurità. Consideriamo Irak una proposta funzionale, sulla scia della traslitterazione pure accreditata del corrispondente aggettivo “iracheno o irakeno” (Zingarelli). Amo anch’io le parole rare; le grafie le preferisco funzionali; non comprendo comunque le ragioni della superiorità estetica della Q.
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