da Filippo Facci
Egregio Sabelli, dica al signor Primo Casalini di Monza (mia città natìa, purtroppo) che ne riparleremo dopo che sarà capitato anche a lui di ricevere le pressioni che ho ricevuto io (i miei superiori) per la maniera in cui mi sarei proiettato verso obiettivi che, a dire di Casalini, mi accomunano a Previti medesimo. Gli dica che di essere stimato a trecensessanta gradi me ne sbatte meno di zero – tantomeno dai presenti di questo blog, che non è un blog – e che considererei tale evenienza – la ricerca del consenso purchèssia – il più allarmante e biagesco dei segnali. Gli dica che ho scritto quella cosa rigorosamente per me – aspettavo da anni un’occasione del genere – e che Mastro Ferrara nella circostanza si è dimostrato sostanzialmente un paraculo. Dica alla signora non-mi-ricordo che all’asservimento della stampa e dei politici a Mani pulite ho dedicato trentamila articoli (qualcuno l’avrà letto anche Sabelli) e praticamente un intero libro scritto non in Marocco, ma nel sudamerica in cui era ridotta l’Italia. Dica infine a Sabelli che su Chiara Moroni egli ha scritto delle falsità e punto, a tratti delle infamie mitigate solo dalla scarsa conoscenza dell’argomento che ha cercato maldestramente di maneggiare, e del quale purtroppo io sono un tignoso e piccolo accademico. Gli dica che non mi sono mai adontato perchè lui taceva ai miei attacchi – del cui contenuto ha comprensibilmente tenuto all’oscuro i suoi lobbisti – bensì è stato Pierluigi Battista, sulla Stampa, a chiedersi – retoricamente – se non fosse forse il caso che si appurasse chi dei due aveva scritto il vero. Gli dica, circa i miei attacchi troppo presuntamente personali, che per me certe questioni sono assolutamente personali, altrimenti avrei seguitato tranquillamente ad andare a cena non tanto con Sabelli , ma addirittura con Previti.
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