Tutto attorno a casa mia, circondata da prati e da boschi, in questi giorni hanno pascolato circa 800 pecore di un pastore di Trento. Uno spettacolo. Ho vissuto per tre giorni la vita di un gregge. Ho visto i due cani, Ferro e Reno, più intelligenti di un Nobel, gestire la vita del gregge obbedendo agli ordini impercettibili degli uomini. Ho parlato con i pastori e adesso so tante cose. So che non guadagnano dalla lana. Tosare ogni pecora, anzi, costa loro quasi due euro. E la lana va ai tosatori. So che l’arrivo dei mussulmani in Italia ha ridato vitalità alla pastorizia, grazie alla vendita degli agnelli. So che il prossimo mese tutti i pastori d’Italia si vedranno a Bergamo per una loro grande riunione “sindacale”.Il gregge si è fermato un paio di giorni qui, poi, stasera, è ripartito, lasciando i prati perfettamente puliti, come ci fosse passato il miglior tagliaerba del mondo. Ogni notte sono nati un paio di agnellini. Mi ha detto il pastore-capo, un giovanottone con una splendida moglie: “Questo gregge dà da vivere a tre famiglie, stipendio da operaio, niente di eccezionale, ma viviamo in libertà, tutto l’anno camminando insieme alle nostre pecore. Che cosa c’è di meglio?”Contemporaneamente da Mosca arrivavano le tragiche notizie dei terroristi e dei massacri. E questi due mondi si sovrapponevano in maniera assurda. Da una parte, accanto a me, la pace, la serenità, l’ordine, il mondo come vorresti che fosse. Dall’altra la violenza, l’ingiustizia, la morte. Il mondo come non vorresti mai che fosse. Eppure è sempre stato così. E allora ti chiedi se quel gregge non sia l’eccezione e il disordine la norma. Gli uomini si sono sempre massacrati e continuano a farlo e continueranno sempre a farlo. La violenza è nel nostro dna?
Claudio Sabelli Fioretti
PS. Capisco poco di politica estera. Ma vagamente ricordo che molti gioirono quando la Russia decise di conquistare la sua autonomia e fece scomparire l’Urss. Perché la Cecenia non ha il diritto di autodeterminare il proprio destino chiedendo alla Russia di poter fare quello che ha fatto la Russia stessa? Quelli del teatro erano terroristi, non c’è alcun dubbio, perché uccidevano gente che non c’entrava nulla, presa a caso. Ma anche quando si bombarda si uccide gente che non c’entra nulla, presa a caso. E le rivendicazioni dei terroristi, ritirare le truppe russe dalla Cecenia, erano proprio così ignobili da non poter essere nemmeno prese in considerazione? Ma poi leggi che anche lì è solo questione di petrolio e ti cascano le braccia. Le immagini del dopo massacro che ho pubblicato in Documenti sono agghiaccianti. Sono quelle dei terroristi morti. Ma serviranno a ricordarci i più di cento ostaggi uccisi, da coloro che volevano salvarli, per liberarne altri 600. Ho voglia di vedere uno di quei bei film western in cui sapevi con precisione da che parte stavano i cattivi.
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