Poiché siamo presuntuosi rifiutiamo tutte le guide e finiamo quasi in Algeria. Ma riusciamo a non insabbiarci grazie alla mia eccezionale guida desertica. Ci salvano alcuni motociclisti francesi che ci avvertono che se continuiamo cosi’ arriviamo al confine. Marcia indietro. Arriviamo a Merzouga, alle dune, che piove. Peggio di Fantozzi. Sembra un po’ Disneyland. Cammelli dell’Apt, jeep, gente che corre sulle dune tutti rigidamente con turbante. Noi rifiutiamo coraggiosamente gli alberghi vista sabbia, tutti i fila, come a Cesenatico, ci becchiamo un tramonto pessimo sulle land rover e ci rifugiamo in una stamberga dove passiamo una serata fantastica con Valeria, nota cantante jazz, che improvvisa una jam session con i cammellieri finti touareg che suonano le percussioni. Ibrahim, Jussuf, Hassan, Hahmed. Dicono: “Noi siamo berberi e ci vestiamo da touareg, i touareg si possono vestire da berberi. Siamo uomioni liberi”. Si va a letto tardi ma felici. A Caterpillar, in diretta dal Sahara, faccio la dichiarazione programmatica del mio nuovo partito: “L’Italia é il Paese che amo”.
Claudio Sabelli Fioretti
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