da Piero Lint
Leggo il contributo del signor Pinna Pippol (Bestemmia) e allibisco: costui osa pubblicamente inveire contro qualificati amministratori pubblici impegnati in fondamentali campagne moralizzatrici. Vuole essere lasciato libero di fornicare e bestemmiare, lui, magari per il solo gusto di violare due dei fondamentali Comandamenti impressi da Dio stesso sulle tavole di Mosè. Non capisce, lui, che quei due comandamenti sono cardini sui quali dovrebbe ruotare tutta la morale di una società che ama definirsi civile. Ovviamente, di pari passo con il rispetto della proprietà. O il signor Pinna pretenderebbe di inveire anche contro quell’altro comandamento e per farlo attende che qualche assessore di Forza Italia si pronunci in merito? Bene fa la signora assessora a proporre multe salatissime per chi bestemmia, in quanto è certo dupplice il suo scopo – noto come le sarà l’altissimo livello di bestemmiatori fra, per esempio, gli artigiani e gli operai affiliati alla Lega Nord: rimpinguare le esauste casse della Regione Lombardia e porsi come moderno pigmalione per quelle anime, sì candide e primitive, ma rozze ed incolte. Loro, infatti, sono – in materia di bestemmie – i principali maestri dei cani infedeli islamici. Si taccia, ordunque, il signor Pinna, di fronte a chi ha a cuore, prima ancora che gli interessi materiali, quelli morali della parte più selvaggia delle nostre popolazioni. Perché è a tutti noto che la bestemmia è del tutto assente nelle classi superiori, così come il turpiloquio. Un uomo come il senatore Pera non ardirebbe mai andare oltre la pronuncia del modesto ‘mutande’. E lei, signor Pinna, ho l’impressione che più che tenersi stretta la sua nutella, brami stringere la sua nuDella.
Nessun commento.
Commenti chiusi.