Rischio. Direte che sono un imbecille, che non capisco niente di politica. Che dovrei leggere di più Galli della Loggia, Sergio Romano, Angelo Panebianco, Giovanni Sartori. Rischio e lo dico: non sono riuscito a capire che cosa succede nell’Ulivo. I giornali non mi aiutano. I diessini di Aprile spiegano: “Accanto al voto di maggioranza si prevede la deroga di una decisione comune del gruppo. Ma ogni gruppo secondo il regolamento. Cioè, una doppia decisione di maggioranza valida solo per i Ds”. Ma che vuol dire? Di che cosa stanno parlando? Perché sulle decisioni a maggioranza ci si sta scannando? Perché lo speaker unico è un problema così dannatamente importante? Ricordate quella splendida rubrica su “Cuore” che scriveva Piergiorgio Paterlini e si chiamava “Parla come mangi?” Piergiorgio, leggi questa nota, esercitati sul congresso dell’Ulivo. Che cosa vuole Mussi? Che fine farà il correntone? E Rutelli dove mira?Sergio Cofferati ha dato la sua prima intervista da quando è tornato a lavorare alla Pirelli facendo finta di non interessarsi alla politica e al sindacato. L’ha data a Massimo Giannini e io mi sono precipitato a leggerla sperando che almeno da Cofferati, che è chiaro e trasparente, mi venisse la luce. Riporto alcune sue frasi.“Accade una cosa che non avevo mai visto: si decide a maggioranza di decidere a maggioranza su temi fondamentali (…) non capisco a quale modello di organizzazione risponda un sistema in cui, tra forze politiche diverse per storia e cultura, si decida a maggioranza. E’ un inedito, che fa parte della vocazione autolesionista dell’opposizione”.Io non lo so se ha ragione o torto. Non lo so perché non capisco. Potrei essere anche d’accordo se capissi di che cosa si sta parlando. Bisogna prendere delle decisioni. Come le prendiamo? Decido io? Decidi tu? Decide la maggioranza? No. E chi decide? Decide la minoranza? Decidi una volta tu e una volta io? Decide il più forte? Tiriamo a sorte? Ma di che stiamo parlando? Che cosa c’è in ballo? Continuo a leggere l’intervista.“L’operazione politica che va fatta è esattamente opposta a quella che si vuole fare. Per cementare un’alleanza bisogna cominciare sempre dal merito, mai dal metodo. Loro sfuggono al merito perché su questo sono divisi. Ma questo è un rovesciamento logico dannoso e pericoloso: determina le condizioni che renderanno difficilissima la vita della coalizione”. Beh, questo si può anche capire. Però non serve a niente. Certo, ci sono delle divisioni sui contenuti. Mi sembra di capire che bisogna mettersi d’accordo. Ma se non ci mettiamo d’accordo che si fa? Votiamo a maggioranza? No! Per carità! Abbiamo appena detto che fa parte della vocazione autolesionista! E allora? Boh. Massimo Giannini ci prova a stanare Cofferati. Chiede: “Allora, per dire no alle decisioni a maggioranza è preferibile lo spettacolo vergognoso di una opposizione che vota in ordine sparso sugli alpini in Afghanistan?” E Cofferati:“Se non c’è un programma comune è inevitabile che il voto sia distinto”. E qui, se Dio vuole, le cose sono chiare. Meglio votarsi contro che far finta di essere d’accordo. Ma allora mi viene un dubbio: stiamo parlando di una coalizione che vuole governare oppure stiamo parlando di una truppa in ordine sparso che vuole solo fare casino all’opposizione? L’opposizione è facile e la sinistra che l’ha fatta per cinquant’anni lo sa per esperienza. Ma non si parlava di una sinistra di governo? Primo: una sinistra di governo deve comportarsi come se stesse al governo anche quando sta all’opposizione. Secondo: e quando starà al governo come si comporterà? Niente decisioni a maggioranza? Voterà ognuno per cavoli suoi? Andiamo avanti.“Oggi l’Ulivo è di fronte a un bivio: o si dà un progetto visibile e un programma condiviso, per poi scegliere regole e leader, oppure si condanna all’asfissia tattica di queste settimane”. Ho capito. Sta facendo pretattica. Ha deciso che scenderà in campo (ma questo lo sanno tutti) e semina dubbi, distribuisce problemi insolubili, mette sul tavolo questioni epocali. Fate a botte, poi arriverò io con la soluzione che ho già in testa ma non ve la dico altrimenti me la fregate. Ma arriverà?“Avevo promesso che non sarei entrato in politica. Mantengo la mia promessa”, chiude l’intervista. E noi? Noi abbiamo capito che questa intervista conteneva molte cose di difficile comprensione e una cosa chiarissima, alla fine: una bugia. E a questa bugia ci attacchiamo.
Claudio Sabelli Fioretti
PS: Messaggio per Carlo Rognoni, deputato Ds. So che leggi queste righe. Facci un regalo. Riacchiappa le tue vecchie abitudini giornalistiche e spiegaci che cosa sta succedendo nell’Ulivo. Parlando come mangi. Noi siamo qui in trepida attesa.
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