da Primo Casalini, Monza
Mettiamo il caso che sia io ad avere installato il famoso meter: come mi comporterei? Mi sentirei in possesso di un potere, sia pur piccolo. E lo eserciterei. Il mio zapping, a quel punto, non sarebbe più ingenuo. Per tante ragioni diverse, persino politiche, tiè. E ci sarebbe la lotta per il controllo del telecomando con gli altri componenti della famiglia: un potere è un potere è un potere. Se arrivano poi dei regalucci ucci ucci, come si fa a restituirli? Parrebbe scortese. E se ho anche un altro televisore? E’ uno scenario interessante pure questo. D’altra parte, per la privacy, chi ha il meter deve sapere di averlo. Supponiamo che i meter installati siano invece dieci volte in più di quelli attuali, e supponiamo che il campione rimanga invece invariato, nel senso che un algoritmo casuale e ben protetto (ehm..) determini ogni sera il 10% dei meter che fa da campione, naturalmente senza avvertire i detentori di potere di quella sera. Tutto cambia: torno ad esercitare uno zapping ingenuo (al 90%…), ed anche i regalucci, ahimè, non arrivano quasi più. Non lo faranno, e non per ragioni di costo dei meter, figuriamoci…Ma perchè gli va bene un sistema così: sono in tre a doversi mettere d’accordo, e non ci vuole molto. O vogliamo credere che i nomi dei beati meteristi siano protetti come i segreti di Fatima?
Il dibattito mi sembra ben avviato.Vorrei solo ricordare che il poetere che ha un singolo possessore di meter è minimo. Rappresenta infatti circa mille telespettatori, L’audience si misura in milioni. (csf)
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