Sergio Pilu, back home
Claudio, ammetto un po’ di invidia per la scena bucolica che hai descritto, e per il mondo di cui essa è rappresentazione. Sai che fino a vent’anni fa, i greggi pascolavano dentro Milano? Non è un’invenzione, li ho visti ogni santo anno per tutta la mia infanzia: quartiere Gallaratese, zona tra via Kant e via Ojetti. Pecore bianche, pecore nere, cani, pastore, a volte un asino. Per me, niente di straordinario, passavo le vacanze in Sardegna, dove l’immagine era piuttosto comune (eufemismo); ma i miei amici di cortile strabuzzavano gli occhi, e si rendevano conto dell’esistenza di un altro mondo. Oggi, devo fare molte decine di chilometri per far vedere a mia figlia quattro animali che non siano oche di allevamento.Transeat. Volevo buttare lì nel blog le immagini di altri due luoghi di pace e serenità, trovati durante un viaggio negli USA: Rain Dog Cafè, a fianco della Roosevelt University di Chicago. Entri, ti ordini il tuo caffè, prendi un libro dagli scaffali che sono parte integrante del locale e ti siedi ad uno dei dieci tavolini di legno che danno sul parco che divide downtown dal lago Michigan. Poi, leggi. Gratis. Musica jazz a basso volume, studenti, gente che esce dall’ufficio e si ferma per un po’. Luogo dell’anima 2: City Lights, su Columbus Avenue a San Francisco. Libreria fondata da Larry Ferlinghetti. Vai al secondo piano, trovi un paio di tavolini e quattro vecchie sedie. Alzi la testa, leggi un cartello: “Have a seat and read a book”. Gratis, anche qui. Ci saranno posti così anche a Milano, ma io ormai vado nel centro della mia città solo se costretto dal lavoro, o per vedere la mia piccolina che corre dietro ai piccioni di Piazza del Duomo.
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