da Andrea Bria
Caro Claudio, io so poco di anni di piombo, ma in questa storia degli esiliati in Francia c’e’ qualcosa che non mi torna. Cioe’, chi mai puo’ sottrarsi quando si invoca la mano ferma contro il terrorismo… pero’ non mi spego com’e’ che la francia ha accolto pericolosi sovversivi assassini e poi li ha fatti insegnare ai loro giovani migliori nelle loro piu’ celebrate universita’. Evidentemente la francia al tempo non riteneva questi signori pericolosi assassini, magari un po’ stronzi si’, ma assassini no. Non li riteneva tali anche se la giustizia italiana li aveva condannati. Quindi, al tempo e per molti anni, la Francia (pur unendosi a noi nella comunita’ europea al punto di condividere con noi la stessa valuta ed addirittura di abattere la frontiera che ci separava) non riteneva validi i verdetti formulati dalla giustizia italiana. Quindi ora questa storia dei pericolosi delinquenti latitanti che devono essere incarcerati al piu’ presto non me la bevo. Qui c’e’ qualcosa che non ci raccontano approfitando del fatto che all’epoca noi eravamo ancora piccini piccio’ e non sappiamo come e’ andata. Sabelli, tu che c’hai una certa, come si dice, perche’ non provi a spiegarcelo?
Il problema è che io non ho una certa, come si dice. (csf)
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