da Alessandro Ceratti
Oggi, diversamente dal solito, non compro il Corriere ma la Repubblica per leggere i servizi sulla manifestazione del 14 sul Venerdì. E che cosa trovo? Nell’intervista a Moretti dal lungo elenco di associazioni che promuovono l’iniziativa stranamente manca quella più vicina a Di Pietro: “L’osservatorio sulla legalità”. La cosa mi lascia perplesso ma i miei dubbi si dissipano quando vedo in un riquadro intitolato “Girotondi, i dubbi della sinistra” comparire il nome di Di Pietro associato a quello di D’Alema, di Violante, di Intini. (tra l’altro delle due frasi citate una significava in realtà esattamente l’opposto di quanto appaia in quel contesto estrapolato, l’altra è,inopinatamente, fortemente favorevole alla manifestazione). Già che c’erano potevano metterci Moretti e Flores d’Arcais. Ma perché non imparano mai? Sempre a ripetere: “Pussa via brutto Di Pietro!”. E’ un amaro destino quello di chi, dopo essersi dannato per preparare una festa, dopo aver cucinato le torte e comprato le bevande, scopre, quando la festa appare riuscire, di non essere invitato. Io vorrei ricordare ai frequentatori di questo sito, che apparentemente parteciperanno numerosi alla manifestazione del 14, che se tra pochi giorni ci sarà questa manifestazione questo è dovuto all’ostinazione di due uomini, che, anche quando il tema della legalità non era così di moda, tenevano duro. Uno è Flores d’Arcais, l’altro -spiace dirlo- è Di Pietro, i quali hanno organizzato a Milano l’incontro del Palavobis riuscendo così a dare corpo al grido di dolore di Moretti.
Io capisco che per alcuni partiti che non hanno ancora ben risolto il problema della legalità, che hanno ancora tra i loro dirigenti gente indagata o condannata, un tipo come Di Pietro sia ingombrante. E non voglio nemmeno spendere una parola a favore dell’ex Pm di Mani Pulite. Voglio solo ricordare che il centro sinistra, unito, avrebbe vinto le elezioni. Che il fronte antiberlusconi ha il 54 per cento. E che quindi Di Pietro è di fatto,se non di diritto, dei nostri. Se a qualcuno non piace, si turi il naso come faceva Montanelli con la Dc. In fondo non si tratta nemmeno di votarlo. Basta solo non prenderlo a calci in culo. (csf)
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