da Ignazio Del Torchio
Caro sub mister (ebbene sì, ero uno dei tuoi calciatori nella squadra del male al Cater-raduno di Cervia),ti seguo da molto tempo, ma è la prima volta che ti scrivo.Ieri ho letto l’intervista a Serventi Longhi su Sette. Sebbene il tema fosse ben definito e lasciasse poco spazio ad altro, mi sarei aspettato qualche affondo sullo stato di salute del giornalismo italiano che andasse oltre l’arroganza di Mentana o il servilismo di Fede. Partendo dalle vicende dei personaggi più noti, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa sulle mille questioni irrisolte del giornalismo italiano (accesso alla professione, validità dell’ordine professionale, abusivi di redazione, internet) e che, secondo me inevitabilmente, influenzano in maniera inequivocabile la stessa qualità dell’informazione.Dando per scontato che quello attuale non sia uno dei periodi più felici per il giornalismo italiano, io penso che la responsabilità maggiore sia da addebitare agli editori, che vedono l’informazione più come veicolo di denaro che di idee. Che ne pensi?Essendo un giornalista (da ottobre in mobilità e su questo se vuoi potremmo aprire un altro filone di discussione) mi vedo costretto a firmarmi con uno pseudonimo
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