da Primo Casalini, Monza
Ho letto ieri con disagio la trascrizione delle telefonate alla “Tribuna di Treviso”. Disagio duplice. Da una parte era come vedere la fanghiglia o peggio che risale a causa di una ventosa usata male. Dall’altra parte, molte delle frasi dette, di per sè, corrispondevano alla realtà. I poveri sono (spesso) brutti, sporchi e cattivi. E molti di noi, fra cui mi metto anch’io, non sono attrezzati o disposti a vedere in loro l’immagine di Cristo, o ad amarli come noi stessi. Siamo duri di cuore, indubbiamente, ed è grave. Cerchiamo allora di non essere duri di cervello, che è ancora peggio. Treviso (città e provincia) ha la più alta densità impenditoriale d’Italia: fra un charter e l’altro per Timisoara causa import-export, casino di caccia, casino-casino, tutto finanziato da qualche Tremonti-quater, non sarebbe il caso che questi mitici imprenditori si mettessero d’accordo per un po’ di prefabbricati decenti in cui ospitare gli extracomunitari (ribadisco: brutti, sporchi e cattivi) di cui hanno assoluto bisogno? Perché è vero che Gentilini è indifendibile: butta il cerino acceso nella benzina sapendo di farlo, ma se le persone possono dormire e mangiare decentemente, di benzina ce n’è meno. E’ assurdo che in una zona con il reddito pro-capite fra i più alti d’Europa si viva con queste tensioni. Del Vecchio li rifornisca di qualche tonnellata di occhiali da vista e loro tirino fuori un po’ di schei, Tremonti o non Tremonti. Sarebbero soldi spesi bene.
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