Mentre voi vi dibattete tra D’Alema e Previti e vi chiedete se veramente l’avv.Arena esiste, noi passiamo una mattinata a Taroudant nel negozio di Muhammad a comprare specchi e collane. Poi al mercato berbero compriamo anche un litro di olio di Argan e dello zafferano. Chiediamo informazioni sull’esito delle elezioni ma ancora nessuna notizia. Non ci resta che partire salutando le grosse mura e i grossi poster, più grossi di quelli di Berlusconi, che ritraggono il re Mohammed 5 con gli occhiali da sole. Direzione Agadir su strada simil europea tranne che per l’albero con le capre sopra, tipica invenzione dei pastorelli berberi per fottere qualche dirham ai turisti scemi come noi. Litorale da Agadir a Essaouira da favola. Bagno in Atlantico con annesso cammello e via verso la mitica Diabat dove mangiamo grande pesce e dormiamo in romanticissimo albergo senza corrente elettrica. Siamo sulle dune calcate da Jimi Hendrix, c’è perfino l’albergo Hendrix dove non possiamo fare a meno di bere the alla menta. Nell’aria sembra ancora aleggiare il ricordo di milioni di canne passate di bocca in bocca da generazioni di hippies. Le spiagge sono eccezionali. Fra dieci anni saranno tutte riccionizzate e riminizzate
Claudio Sabelli Fioretti
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