da Filippo Facci
Che occasione perduta. Oggi al programma 3131 di Radio2 era previsto che Furio Colombo si confrontasse con Emilio Fede e Giordano Bruno Guerri, una cosa così, niente di particolarmente importante: lo garantiva che a condurre il programma fosse Pierluigi Diaco. Ebbene, il direttore di Radiorai Sergio Valzania, ieri, ha deciso di sospendere l¹invito con questa motivazione: ³Perché l’Unità denigra la Rai². Nulla più. Pierluigi Diaco si è sbigottito. Furio Colombo invece non ha detto niente, ma c¹è da giurare che farà un baccano d¹inferno. E il dramma non è tanto che Antonello Falomi, vicepresidente del gruppo Ds al Senato, abbia già cominciato a farlo: il dramma è che ha pienamente ragione. Falomi ha detto: ³Il servizio pubblico viene meno al suo fondamentale ruolo di garante del pluralismo dell’informazioneŠ. Si nega il diritto d’espressione e di critica². Come dargli torto? Colombo ogni giorno provvede a delegittimarsi da solo grazie al giornale che fa e alle parole che scrive. Se ritiene che una certa opposizione debba essere rappresentata dalla sua cifra stilistica, è liberissimo di farlo: ciò farà sicuramente piacere a buona parte dei suoi avversari. Censurarlo è ingiusto e fa il suo gioco. Valzania ha detto: ³Ho ritenuto che Diaco non fosse l’interlocutore giusto per parlare a nome della RaiŠ non mi pareva la persona adatta a gestire questa cosa². Posizione comprensibile: una Rai rappresentata da Pierluigi Diaco è prospettiva da suicidio. Ma non sta solo a Valzania decidere. Secondo noi, per esempio, Diaco non è un interlocutore ideale della Rai, d¹accordo: ma come interlocutore per Furio Colombo andava benissimo.
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