«Avete perso anche con la Slovenia, no? Uno a zero, mi pare. E c’era un rigore grande come una casa su Montella. Colpa mia anche stavolta? Forse che l’arbitro era di nuovo quell’ecuadoriano?» Accomodato sulla poltrona sgangherata di un albergo nella cittadina balneare di Manta, Byron Moreno accoglie gli ospiti italiani con una battuta. Si presenta con un sorriso, sfoggiando la divisa d’ordinanza della Fifa, la Federazione mondiale di calcio.Impeccabile, a suo modo: scarpe, calzettoni, pantaloncini, maglietta. Tutto griffato. Il berretto, invece, lo porta con la visiera all’indietro, come un ragazzino. Giornata di vacanza, l’indomani lo aspetta la partita più importante del campionato ecuadoriano. Ha portato al mare la moglie Corina e le figlie Michelle e Alisson. L’albergo costa 12 dollari al giorno e dall’altra parte della strada la spiaggia sembra un campo sterrato. A tre mesi da quella famosa partita del Mondiale (18 giugno), Moreno non è dimagrito. Resta un po’ sovrappeso. Si lamenta. «Mi avete massacrato. Internet è piena di fotomontaggi con la mia faccia. Sono diventato Biancaneve, Pinocchio, lo Jedi. Per citare soltanto i personaggi meno offensivi. Ma non mi faccio intimidire. Ho la coscienza pulita e non ho cambiato idea su niente».
L’intervista (di Cotroneo e Malagutti) e’ sulla prima pagina del Corriere della Sera. La trovate su Documenti (csf)
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