da Paolo Ferrandi
Lo ha spiegato lo stesso “Barbiere”. Era cambiata la struttura societaria dell’azienda che edita il giornale. Quindi i ricavi si riferivano solo a una parte dell’anno. In realtà il “Foglio” vende qualche copia in più. Poi ci sono le sante provvigioni della legge sulla stampa. Un po’ di “corporate welfare” che anche gli iperliberisti non disdegnano. Infine c’è l’editore, una persona che ha alle spalle una famiglia decisamente solvibile… Abbastanza per permettersi il lusso di una distribuzione nazionale, in termini economici, assolutamente non sostenibile. Ma le idee – soprattutto alcune idee – non hanno prezzo.
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