da Giorgio ( e il cognome)
Claudio, ho appena leggiugghiato su Sette l’articolo di Vittorio Zincone sulla scialuppa di Massimo D’Alema. Ti confesso che sono stato preso da una “sana e consapevole” invidia. Non della sua persona, dal momento che intelletualmente non mi sento per niente inferiore a lui, ma della sua barchetta.Anch’io ero appassionato di vela e, alla fine degli anni Settanta, dopo lunghi risparmi e rinunciando all’automobile, riuscii a comprare una quota (1/4) di un ketch di dieci metri con degli amici di Rimini (valore totale del veliero circa 50 milioni di lire). Dopo un paio d’anni però dovetti venderla per affrontare le spese di clinica (“Città di Milano”, altissima chirurgia, prof. Nicola) per operare d’urgenza un figlio di vent’anni che, con i tempi della sanità pubblica, ….forse non ci sarebbe più.Non sono un moralista e non mi scandalizzo della barca di D’Alema. Mi scandalizzo dei quattrocento milioni netti annui che lui percepisce. Mi scandalizzo del fatto che abbia partecipato all’autoaumento dello stipendio parlamentare. Mi scandalizzo del fatto che senza il PCI (e i coglioni come me che fra il Sessanta e l’Ottanta hanno fritto le crescentine per consentire la sua “carriera”) forse lui sarebbe al Massimo un impiegatino di banca (mi risulta che non sia neppure riuscito a laurearsi, nonostante le molte spinte!).Mi scandalizzo inoltre della sua smentita sul prezzo della barca. Io non seguo il mercato della vela da quasi vent’anni, ma rapportando la valutazione del “mostro” Ikarus con i prezzi che conoscevo allora, penso che con solo un miliardo….gliela noleggino soltanto.Mi scandalizzo di chi dice “non si puo’ pretendere che i parlamentari di sinistra siano degli straccioni”! Allora io e tutti i coglioni come me, che alla soglia dei settant’anni prendono 750 euro al mese, sono degli straccioni? Dove sta scritto che un parlamentare, per essere dignitoso, deve possedere uno sloop da tre miliardi. Mi scandalizzo del fatto che il “Massimino dal baffetto odiosetto” non butti la maschera e dica onestamente che gli piacerebbe molto avere i soldi di Berlusconi. Come tutti quelli che lo odiano, me compreso che non lo amo né lo odio, ma invidio molto un poco dei suoi soldi. Per comprarmi almeno un pezzetto di casetta con giardinetto.Come vedi anch’io ho un sogno, ma mi sono già rassegnato a morire senza realizzarlo. A meno che il Furio Colombo, sul quale preferisco non pronunciarmi, non mi dica come si fa a “realizzare”.Concludendo ti dico: nel 1980, dopo vent’anni di militanza scomoda, uscii schifato.Dopo altri vent’anni sento il desiderio d’iscrivermi di nuovo al partito di D’Alema. Io mi accontento di uno sloopino di dieci metri.
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