da Primo Casalini, Monza
E’ andata bene. D’Alema e Velardi hanno deciso di chiamarlo “Il riformista”. Fino a qualche giorno fa, sembrava sicuro che si chiamasse “Il riformatore”, dickensiano kapò spaventapargoli. Meglio così: il riformista è un marito noioso ma affidabile; l’immaginazione non andrà al potere. Si poteva fare di meglio? Forse sì. “La riformista”, ad esempio, donna in carriera senza essere squinzia nè sciuretta; eppoi si poteva contrapporre a “La deficiente” del Foglio. Ma i dubbi sull’operazione rimangono tutti. La tiratura del Foglio, ad esempio, è un mistero non glorioso, e senza la sovvenzione pubblica e l’affetto della proprietà faticherebbe assai. Ed è considerato un successo. Perchè non farsi un blog ben tenuto e per ciò stesso, ben frequentato? Non è una battuta, i costi di un sito sono ridicolmente bassi rispetto ai vantaggi: Sabelli ce la sta facendo anche senza pubblicità, e meno male…
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