“Un giorno non ce l’ho più fatta. Ho sentito il bisogno di scoprire l’altra faccia del mondo, di andare a fare il chirurgo di guerra. Poi non mi è stato possibile tornare sui miei passi: avevo visto troppo dolore, troppe ingiustizie, la dignità e i diritti umani troppe volte calpestati”. Così Gino Strada spiega, nel libro di Mario Lancisi, Gino Strada.Dalla parte delle vittime, Piemme, la sua scelta,nel 1988, di lasciare Milano per andare a fare il cardiochirurgo di guerra. Per la prima volta è raccontata la vita di Strada prima della nascita di Emergency nel 1994: la famiglia operaia di Sesto San Giovanni, gli anni del liceo, la militanza in un gruppo cattolico, l’incontro con Teresa, la futura moglie, morta di tumore il 1 settembre scorso, la passione per il calcio (“Era veramente bravo. Una via di mezzo tra Nordhal e Van Basten”, racconta Fabio Guzzini, un suo compagno di liceo) fino all’approdo alla Statale di Milano. Era il ’68 e Strada abbracciò il movimento studentesco di Mario Capanna: “Ricordo che Gino elaborò un opuscolo, ‘La medicina a servizio delle masse popolari’, in cui metteva al centro non più la malattia e il medico che la cura, ma il malato”, racconta Capanna. C’era già in nuce, in questo opuscolo, l’idea che porterà poi alla nascita di Emergency.
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