Capita a tutti i partiti ma si sperava che non capitasse al partito di Di Pietro. Il litigio per la leadership. Le polemiche tra capoccioni. Ma il vostro compito non era quello di liberare l’Italia da Berlusconi? Su, concentratevi sull’obbiettivo e trascurate le piccole divisioni personali. I fans non vogliono vedere Di Pietro, il fondatore, che litiga con l’ultimo arrivato, Luigi De Magistris, che sta scalando le vette. E poi: il vostro faro non è il principio che nelle liste elettorali non dovrebbero esserci indagati o condannati? Bè, non sembra che per le sue liste l’Italia dei Valori applichi a se stessa lo stesso rigore che chiede agli altri. Bisogna dire che nella scelta dei candidati Di Pietro non è il massimo. Nel 2001 riuscì ad eleggere un senatore. Uno solo. Valerio Carrara. Il quale, cinque minuti dopo l’avvenuta elezione, saltò dall’altra parte della barricata ed ora milita, bello bello, nel partito di Berlusconi contro il quale aveva fatto la campagna elettorale. Nel 2006 Di Pietro fece il bis facendo eleggere Sergio De Gregorio, proveniente da Forza Italia, che in breve si esibì nel saltafosso votando due volte contro il governo Prodi contribuendo a farlo cadere. Adesso è in vista – dicono – un’altra prodezza. Incamerare un ex leghista, il mitico Alessandro Cè, l’uomo che tifava contro la nazionale italiana. L’Italia dei Valori è una casa accogliente. E di passaggio. Tutte le mosche
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