Il gabbiano che non volava ma passeggiava lo avevamo battezzato Gab. Poi, in un impeto di creatività, Gab Lerner. Era diventato uno dei nostri animali di Salina. L’anno scorso c’era anche Rocky, il cane nero coi calzini bianchi che accompagnava le coppie e fare lunghe passeggiate da Santa Marina a Lingua. L’anno scorso lo avevamo anche salvato quando, impiccione come era, era finito in una specie di costa ripida a picco sul mare, era rimasto imprigionato con la zampetta e noi, eroicamente, lo avevamo liberato dalla morsa mortale. Lui aveva zoppicato vistosamente per un giorno. Poi si è stufato e ha ricominciato a camminare e a correre. Avevo appena letto “Il cane che solcava il mare” di Stefano Malatesta che raccontava la storia di un cane di Lipari che aveva preso l’abitudine di salire sulle navi e sugli aliscafi e di girare per tutte le isole. Rocky sicuramente era un suo cugino o un suo allievo. Ma non saliva sulle navi e non faceva il bagno, come il cane di Malatesta. Passeggiava, camminava, anzi, trotterellava. Aveva l’andatura del cane felice. Quest’anno non lo avevamo trovato, Rocky. Pensavamo fosse morto. Poi, durante la gita alla cima del monte delle Felci, lo abbiamo incontrato che se ne scendeva tutto contento accompagnando una coppia. Poi lo abbiamo visto a Leni e a Rinella. Ha semplicemente cambiato zona. Ma la sua attività è sempre la stessa: accompagna coppie. Salvo l’orario della partenza delle navi. A quell’ora Rocky si piazza sul molo e comincia un frenetico andirivieni per salutare tutti. Una grattatina sulla testa, uno scherzo, l’ultimo sguardo. Ma con la nave arrivano i nuovi turisti. Rocky li squadra attentamente, sceglie una coppia e se ne va con loro. Quest’anno siamo partiti da Rinella. Rocky era lì, a salutarci.Gab Lerner, invece, è una novità di quest’anno. E’ un gabbiano grassottello e un po’ goffo. Non elegante come gli altri. La seconda volta che si è messo a passeggiare sulla spiaggetta di Lingua davanti a noi, abbiamo chiesto notizie. Si tratta – ci ha detto Gregorio – di un gabbiano che fu trovato ferito a una zampa, è stato curato e poi rimesso in libertà. Questo spiega la sua dimestichezza con l’uomo. Ma perché queste lunghe camminate intervallate solo da lunghe nuotate? Noi abbiamo cominciato a dargli dei pezzi di pane anche se Gregorio ci aveva detto che preferiva le aringhe. Dava l’impressione di un gabbiano vucumprà. Veniva da noi, poi andava da una coppia un po’ distante, poi si faceva una nuotata, poi tornava da noi. E poi da capo. Sempre camminando. Sempre arruffato. E’ durata una settimana. L’ultimo giorno, ieri, dopo aver giocato tutto il giorno con noi, ci ha guardati intensamente, un battito d’ali e si è alzato in volo. Se ne è andato. Capito il Gab? Ci ha presi per il culo tutti per sette giorni. Volava come un F104.
Claudio Sabelli Fioretti
PS Niente più Salina. L’ultimo giorno c’era temporale, poi sole, poi pioggia, poi sole. Sulla nave abbiamo ballato tanto. Domani e dopodomani a Roma per due interviste. Poi Cervia, per Caterpillar. Poi di nuovo la montagna. La casa. Diciamolo: sono disgrazie. Ma potrebbe andare peggio.
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