da Roberto Milone
Carissimo Sabelli Fioretti, nella intervista a Velardi c’è un altro tassello della storia della sconfitta e del dissolvimento della sinistra.Già da tempo mi preoccupavano i Lohtar di D’Alema. E Brandirali. E Adornato. E Velardi,appunto, imprenditore e lobbista. Disincantato, ironico, blasè quanto basta, vero manager, “che ci vuoi fare”, “Fede non è mica quello che si crede”, etc etc. Velardi che conosce benissimo Veltroni. E io che conosco benissimo -modestamente- “i Velardi”. Le ragioni della sconfitta e del dissolvimento della sinistra sono espresse (venti anni prima) nella surreale canzone “Compagni si, compagni no, compagni un cazz.” di Ricky Gianco. La storia della sconfitta in Italia e la consegna del Paese a Berlusconi erano scritte nel treno di Rutelli: un gran numero di consulenti trentenni e abbronzati; segretarie assistenti abbronzate e pin up (beati loro, per carità!). Rutelli leader perchè l’unico -dicasi l’unico- in grado di contrastare Berlusconi nelle foto e “acchiappare” il voto delle casalinghe, nell’unico -dicasi l’unico- modo in cui si è pensato di affrontare il mago dei media e dell’apparenza. In Sicilia abbiamo perso 61 a 0. Alla Regione abbiamocome Presidente l’ormai leggendario Totò Cuffaro. A Catania abbiamo restiutito la città ai professionisti della politica anni ’70 e ’80. Intanto Rondolino trattava la sua consulenza per il “Grande fratello” e reagiva stizzito a chi lo prendeva per i fondelli – immaginogiustamente- per il romanzo porno naif.Oggi ci scontriamo perfino sui girotondo e se non fosse per Moretti non saremmo neanche sui giornali. Per leader ci presentano un uomo comune.
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