da Fernando De Maria
Nel numero 7 di Sette lei firma un “diarietto” sul summit di Porto Alegre. Inutile apprezzarne il suo stile sempre tagliente, tuttavia mi permetta un appunto: lei davvero rinuncierebbe ad un feto di movimento internazionalista solo perchè ci sono delegati stizzosi, sindaci ruffiani e una gran confusione? O forse avrebbe preferito un movimento radicale nel quale Casarini non verrebbe ignorato quando invoca la rivoluzione? O magari propende per il frazionamento controproducente che c’è stato finora e tanti movimenti come quello di RADICI che promuove una rivoluzione della quinta circoscrizione della città di Roma?Ho assistito a lezioni del grande filosofo Antiseri e non posso non concordare col suo individualismo metodologico, tuttavia credo e spero nei movimenti e nelle “democrazie di base” come scrive lei, solo con un coordinamento mondiale è possibile tamponare le deviazioni più evidenti ed eccessive.Solo in futuro e solo se si saranno fatti dei passi in avanti rilevanti, si potrà parlare di meno confusione e di una Porto Alegre meno carnevalesca, inquesto momento mi tengo quello che c’è, Agnoletto con la faccia da ragioniere e tutta la moltitudine di delegati che va in vacanza in questa ”torre di Babele”, sperando che questa torre diventi più grande.
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