Leggendo i giornali mi ha colpito la polemica sugli istituti che hanno vinto la gara per i sondaggi della Rai. Voi mi direte: “Ma nonstai a Salina immerso nel sole e nel mare e nella malvasia e nella pasta alla Norma? Sì, è vero. Ma mi ha colpito una cosa di quellapolemica. Che il consorzio che ha vinto è composto da Datamedia e da Cirm. Cioè Crespi, Piepoli, Pilo e Pozzetto (si proprio quellodi Cochi e Renato). E vi spiego perché. Qualche settimana fa quando ero al ministero delle Comunicazioni per intervistareMaurizio Gasparri ho incontrato Nicola Piepoli. Non so che cosa ci stesse a fare al ministero delle Comunicazioni qualche giornoprima che la commissione di Angela Buttiglione decidesse a chi affidare i sondaggi della Rai. Ma non fu queta la cosa che mi colpì.Mi colpì il fatto che Nicola Piepoli era incazzatissimo. E sapete con chi ce l’aveva? Ce l’aveva con Silvio Berlusconi, il nostro amatoprimo ministro, colpevole di avere detto qualche giorno prima, che secondo un sondaggio la stragrande maggioranza degli italiani, il70 per cento, nella polemica Berlusconi-Santoro-Biagi, dava ragione a lui, al nostro Primo Ministro. Berlusconi non dicevaniente di più nonostante la legge preveda che quando si cita un sondaggio si dica la domanda, l’istituto, il campione ecceteraeccetera. Santoro, qualche giorno dopo in diretta tv lo sbugiardo con un sondaggio, di cui forniva tutti i dati, che diceva esattamente il contrario. Né Berlusconi poté controbattere. Perché Piepoli ce l’aveva con lui tanto da dirmi che lo voleva querelare? Perché Piepoli è un professionista e la diffusione di sondaggi falsi e tendenziosi lo danneggia come danneggia tutta la categoria dei sondaggisti. Quello che mi chiedo è: visto che Piepoli era veramente arrabbiatissimo, poi ha querelato Berlusconi? Oppure, vinto l’appalto, tutto è finito a tarallucci e vino?
Claudio Sabelli Fioretti
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