Giornata di sole e di abbronzatura sulla mia spiaggetta di Lingua. Comincia con un bagno alle 8 di mattina che dura lo spazio di pochi secondi, al limite della congestione. Alvaro, il collega che divide con me questa vacanza, se ne va a esplorare Vulcano con un motorino. Io faccio delle foto demenziali da mettere sul sito di Caterpillar. Faccio anche un paio di telefonate a Di Pietro e a Silvano Girotto (Fratello Mitra, ricordate?) per invitarli a Lavarone a presentare i loro libri questo agosto. Domani (giovedì) su Setteuscirà l’intervista a Valerio Riva che farà arrabbiare qualcuno. Leggere i giornali sulla spiaggia in un giorno di vento è praticamente impossibile. Ripiego sulla “Versione di Barney”, libro che mi sono rifiutato di leggere quando lo leggevano tutti. Adesso che non è più trendy posso godermelo in pace. Della lettura dei quotidiani mi rimane impressa la truffa dello Stato di Melkisedek (ma esistono italiani così pirla?), la notizia che Scajola vuole prendere le impronte digitali a tutti noi (regime? Ma la smettete diparlare di regime?), il professore porcone di Cesena che approfittava dei suoi allievi (episodio che ha fatto perdere la testa al titolista della Stampa che si è esibito in un “Festini gay”) e soprattutto il triplo salto mortale dei leghisti che improvvisamente dopo aver per anni insultato lo stato centralizzato e inneggiato al dio celtico e padano si scoprono attaccati al crocefisso nelle scuole perché “bisogna sostenere la cultura religiosa del nostro Paese”. A loro vorrei dire che questo Paese è nostro e non è loro.Il loro Paese è quello a nord del Po. Che si riprendano le loro ampolle e ci lascino decidere se vogliamo il crocefisso o meno. Mi accorgo di essermi lasciato andare ad eccessiva cattiveria. Scrivendo queste righe sul terrazzo che dà sulla spiaggia che dà sul mare che dà su Lipari, rimirando luci, stelle, falci di luna, riflessi, mi dico alla fine: “Ma che vadano a remengo i leghisti e questa loro nuova vena di politicanti e opportunisti”. Chiudo il computer e mi rituffo nella “Versione di Barney” che, lo dico perquegli ignoranti dei leghisti, non è un brano da tradurre dall’italiano al latino.Ps: Già vi vedo, tutti in fila, a rilasciare a Scajola le vostre impronte digitali, vecchi pregiudicati.Pps: D’accordo, lo so che mentre scrivo questo pezzullo Scajola ha già mandato la smentita in cui dice che i giornalisti hanno male interpretato il suo pensiero.
Claudio Sabelli Fioretti
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