da Alessandro Ceratti
A me è capitato di essere accusato ingiustamente di un reato penale. Una mattina un messo del tribunale si presenta a casa mia e mi comunica che le indagini su di me sono state completate. Le indagini!? Quali indagini? Quasi svengo. Scopro che mi è stato anche assegnato un avvocato d’ufficio. Io non conoscevo nessun avvocato e quindi lo chiamo. Con sollievo mi dà appuntamento per il giorno dopo. Vado, spiego la cosa. Ma l’avvocato mi piace pochissimo. Secondo me la mia innocenza era evidente, lui invece incomincia a dire, che non si sa mai, bisogna vedere come la vede il giudice, se accoglie o non accoglie certe istanze ecc. ecc. Ok, esco dall’avvocato convinto di essere comunque in un mare di guai e che cosa faccio? Porco diavolo, vado dal giudice quella mattina stessa. Chiedo di “deporre”. Il giudice cerca di dissuadermi. Dice che di questi tempi le dichiarazioni spontanee sono viste male. Una volta (intentendo prima di tutte queste polemiche con la magistratura) era meglio. Uno come me arrivava, si spiegava,e se era convincente, il giudice lasciava perdere. Adesso il pm potrebbe apparire troppo invadente ad accettare delle dichiarazioni spontanee, che comunque sono possibili. Io allora insisto, lui dice “prego si accomodi”, io chiarisco e lui dice: “presenterò al Gip istanza di archiviazione”. Questa è la mia esperienza con la giustizia italiana. Avvocati di merda e giudici per bene.
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