da Pino Scaccia
Abituati come siamo a fare domande, piu’ che a dare risposte, vorrei aggiungere altri interrogativi ai tuoi. Soprattutto uno: com’e’ possibile che un aereo arrivi a sorvolare una citta’ prendendo una direzione non consentita, oltretutto nettamente al di sotto della quota prescritta (trecento metri: il Pirellone e’ alto meno della meta’, 127 metri). In sostanza, se quello di Milano e’ stato un incidente, risulta chiaro a questo punto che chiunque potrebbe commettere volontariamente un attentato. Ho chiesto agli esperti. Di fatto chiunque puo’ alzarsi in volo, senza presentare alcun piano di destinazione, e andarsi a sfracellare dove vuole. Senza perderci in farraginose questioni tecniche, diciamo che i radar monitorano la situazione dei cieli ma gran parte del traffico non e’ identificato. Intanto non e’ possibile il controllo sotto certe artezze e inoltre alcune zone non sono neppure controllate, come quella fra Ivrea e Aosta. Esiste il transcoder, un rilevatore di posizione che pero’ i piloti non hanno l’obbligo di tenere acceso. E se pure un velivolo entra in uno spazio aereo controllato cosa succede? Viene richiesta l’identificazione: che non vuol dire essere fermati. Lo ha dimostrato un ragazzino qualche mese fa in Florida, per non dire (ricordate?) del Cessna atterrato sulla piazza Rossa in piena guerra fredda. Ci siamo capiti: chiunque puo’ prendere un aereo a Locarno come ad Aosta e finire chissa’ dove. E se vogliamo parlare del famoso 11 settembre, personalmente due giorni dopo (il 13 settembre) stavo all’aeroporto Logan di Boston da dove sono partiti i due aerei schiantatisi sulle torri. Eravamo in tre. Siamo saliti tutti sull’aereo per New York con un coltellino svizzero in tasca. Nessuno se ne e’ accorto mentre tutto il mondo gridava all’emergenza. Poveri cittadini che ancora credono a noi, ai giornali.
A proposito di urla, alla figuraccia di Pera aggiungerei quella piu’ insidiosa (perche’ a freddo) del ministro Lunardi che anche il giorno dopo ha continuato a insinuare l’ipotesi agghiacciante dell’attentato. Siamo messi bene.
Non posso far parte della tua lobby. Ne lancio un’altra: quella del 17 maggio. Finora sono in compagnia di Claudio Baglioni e di un’ottimacollega della “7”, Silvia Resta. Peccato, per un giorno abbiamo sfiorato la coabitazione con il Papa, che e’ nato il 18.
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